lunedì 29 aprile 2013

Vecchi Amici



Mi scelse da un'ammucchiata di cuccioli...




...un groviglio di zampe, orecchie e code che si dimenavano dietro un fienile...

                                                              (L'arte di correre sotto la pioggia, G.Stein)

giovedì 10 gennaio 2013

Semicotto al fondente, peperoncino & cannella




 La ricetta di questo semicotto è tratta da un meraviglioso liberculo edito da Bibliotheca Culinaria: ve lo linko qui. 
Io ho sperimentato una variazione sul tema dando un piccolo contributo, pur mantenendo inalterato il dosaggio degli ingredienti principali, ho aggiunto un pizzico di peperoncino.
Vi occorreranno quindi:
-140 gr cioccolata fondente
-110 gr di burro
-3 cucchiai panna liquida
-1 cucchiaio farina
-1 cucchiaio maizena
-50 gr zucchero canna semolato fine
-2 uova
+ peperoncino in polvere e 2 stecche di cannella per decorare
 



Per ottenere questo dovrete:
-preriscaldare il forno a 180°/200°;
-imburrare ed infarinare 4 stampini giacché le dosi son per 4 semicotti;
-unire uova e zucchero e lavorare il composto, aggiungergi voi farina e maizena passate al setaccio;
-in un pentolino/contenitore/terrina dai bordi alti, fate sciogliere a bagnomaria cioccolato+burro+panna liquida;
-versaee poi il composto al cioccolato in quello ottenuto precedentemente con zucchero/uova/farina;
-riempire gli stampini ed infornate cuocendo 6/7 minuti;
-capovolgere delicatamente sul piatto, spolverizzate col peperoncino e servite immediatamente magari guarnendo il semicotto con dei pezzetti o dei bastoncini di cannella.
Ho accompagnato con del passito di Pantelleria.

domenica 6 gennaio 2013

Cucchiai di Capodanno


Buon anno! Ben ritrovati! 
Quali buone nuove ci porta questo 2013?
Io inizio con qualche giorno di riposo, uno smisurato amore per i cucchiai, l'ossessione delle polpette e dei tortini salati con cuori morbidissimi...voglia d'estate e di prosecco.
 Indecisa tra leggere la Murgia e cominciare la saga di Harry Potter, ebbene sì, ammetto: mi manca!, finirò per scegliere Goethe...vedremo! 
Intanto vi scrivo rapidamente due 'ricette' (chiamarle così è semplicemente vergognoso!!) con cui arrederete la tavola senza troppo patire!
Cucchiai bianchi e cucchiai neri per cominciare.
Nei bianchi adagiate scaglie di pecorino di fossa o un bel pecorino di Pienza 
ed aggiungete del miele di castagno. 
Nei neri potete invece servire una tartare di salmone, io l'ho preferito affumicato, 
con pepe alla creola e cuore di sedano, 
una sprumuta di limone 
ed una spruzzatina d'olio evo...magari l'olio novello...che ci lascia
 storditi grazie ad un dolcissimo pizzicore...


martedì 6 novembre 2012

Porri in cocotte


...sera...sto ascoltando Mannarino...

(...) quanto è bbono l'odore der mare
ce vado de notte a cerca' le parole.
Quanto è bbono l'odore del vento
dentro lo sento, dentro lo sento.
Quanto è bbono l'odore dell'ombra
quando c'è 'r sole che sotto rimbomba.
Come rimbomba l'odore dell'ombra
come rimbomba, come rimbomba.
E come parte e come ritorna
Come ritorna l'odore dell'onda (...)

Avete dei porri? Del prosciutto cotto?
Pinoli ed emmental? 
Potreste ungere una cocotte od un teglia con dell'olio, 
tagliare a tocchetti i porri, avvolgerli col prosciutto cotto,
distribuirli nella cocotte, aggiungere qua e là fettine o/e dadini di emmental o brie...insomma quel
che preferite!...salare, pepare,oliare, infornare.
La versione classica vuole l'indivia belga, questa è una rivisitazione che difetta d'inventiva ma eccede in pinoli!
:-)

sabato 27 ottobre 2012

Come una freccia dall'arco scocca


Nessuna crisi abbandonica in atto?
...ma vi sarò mancata un po'?
...tenterò di recuperare con qualche dritta...vi posto dei link per farmi perdonare la lunga assenza!
Pronti? Via!!

1) Petra Magoni: me ne ha parlato un amico talmente bene che son subito venuta a curiosare in web...ho scelto questa. 
Profuma di Amelie, odora di Fabrizio, è adatta ad Halloween...il video è interessante...che ne dite?
 Vi piace?
 'Essendo'...aspetto commenti! ;-)

2) A teatro, per chi è a Roma: 
- che mi dite di Benni? ...in tal caso... cliccate qui!
-amate la pesca, Roma, la romanità, la mortadella, le trote e l'amarezza che spesso si cela dietro un sorriso? Se sì, potreste fare un salto al Teatro Cometa...in pieno centro...

3) O ancora  potreste vedere: tutti i santi giorni di Virzì, al cinema: una perlina ma non vi anticipo nulla...solo  lascio link.


Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.

Così, per concludere, l'ode alla vita di Martha Medeiros.

venerdì 27 luglio 2012

Del tuo veleno mi avvelenerò



Come gli adesivi che si staccano
Lascio che le cose ora succedano
Quante circostanze si riattivano
Fuori dai circuiti della volontà.

Come il vento gioca con la plastica
Vedo trasportata la mia dignità.

Oggi tradisco la stabilità
Senza attenuanti e nessuna pietà.
Oggi il mio passato mi ricorda che
Io non so sfuggirti senza fingere.

E che non posso sentirmi libero
Dalla tua corda, dal tuo patibolo.



E un'altra volta mi avvicinerò
Alla tua bocca mi avvicinerò
E un'altra volta mi avvelenerò
Del tuo veleno mi avvelenerò.

Come gli adesivi che si staccano
Come le cerniere che si incastrano
Come interruttori che non scattano
O caricatori che si inceppano

Io tradisco le ultime mie volontà.
Tutte le promesse ora si infrangono. 




Penso ai tuoi crimini senza pietà
Contro la mia ingenua umanità.

Scelgo di dissolvermi dentro di te
Mentre tu saccheggi le mie lacrime.

E sarò cieco, forse libero
Solo nell'alba di un patibolo.
Dentro una storia senza più titolo
Scegliendo un ruolo senza credito
Strappando il fiore più carnivoro
Io cerco il fuoco e mi brucerò.

E un'altra volta mi avvicinerò
Alla tua bocca mi avvicinerò
E un'altra volta mi avvelenerò
Del tuo veleno mi avvelenerò 



sabato 26 maggio 2012

Squagliamocela: liberi tutti

Iniziamo così.
Da ciò che uccide te e tutto ciò che è intorno: liberi tutti. Io mi libererò perché ora sono stanca...
Un po' d'elettronica.
(Ci piace un altro 30? Ci piace, ci piace...con lode stavolta ;-)
-Perché è fuori catalogo ovunque la pedagogia degli oppressi
Possibile mai?-

'(...) chi sono questi noi? Sono quelli che, per assicuare alla convivenza umana un po' di pace, un po' di giustizia, un po' di libertà, sono o sarebbero disposti a dare credito ad alcuni loro simili di poter governare la collettività, e a dotarli della necessaria autorità, e che perciò rinunciano ad imporsi con la forza dei loro privilegi o con la violenza dei loro desideri. 
Credo che rinunciare alla prepotenza per convivere civilmente con altri, lo abbiano chiamato contratto sociale; ci hanno scritto sopra dei gran libri e molta storia occidentale si è sviluppata alla luce di questa idea.
Qui, pensiamo semplicemente ad una persona comune che vive, come tutti, chi più chi meno, una vita in cui i nove decimi delle cose accadono, comprese quelle che la riguardano direttamente, sono fuori dal suo controllo. 
Tale è la vita organizzata anche là dove vige la più liberale delle costituzioni. 
La persona acconsente, qualche volta si arrabbia, qualche volta imbroglia, ma continua a salutare i vicini, a fermarsi davanti al rosso, a sposarsi, a votare etc.
Fa la sua parte insomma: si lava, tiene pulita la casa, si veste con decoro, non ruba, paga anche le tasse o una parte, alleva i figli e li manda a scuola etc.
 E' la sostanza del vero patto sociale, quello tacito e quotidiano: andare d'accordo col prossimo, tener conto delle leggi e dare credito a chi è in posizione di responsabilità pubblica, per vedersi riconosciuta una dignità personale in un contesto di vita sociale sensata e pacifica. 
In nome di questo patto la persona dice, in sostanza: rinuncio a molto di quello che mi farebbe comodo, per assicurare le condizioni minime di un vivere dignitoso a me e ad altri.  
O qualcosa del genere.
Lo dice implicitamente, non riflette sul significato profondo del suo comportamento, ma è un sentimento che la nutre e la aiuta.
Questo fino a quando non viene a sapere che, per conto suo o perfino in nome suo, da qualche parte  ci sono aerei che buttano le bombe sulle case di persone ignare e innocenti, militari che torturano prigionieri, scienziati che studiano congegni sempre più micidiali, lauti affari che si fanno vendendo armi sofisticate a paesi che non hanno né scuole né ospedali a sufficienza.
Cose così.
Come se fosse normale o inevitabile.
La persona di cui sto raccontando, a questo punto, può protestare, tacere, ammalarsi.
Può fare un'altra cosa, che io propongo in alternativa: può ritirare il suo tacito consenso all'ordine che regola la convivenza. E dirsi, con un atto interiore che avrà delle conseguenze pratiche: 
io non ci sto,
non dò più il mio credito alle leggi e alle autorità costituite, mi riprendo l'intera disponibilità di me e della mia forza, devo amministrarla io, poca o tanta che sia, e mi do la licenza di usarla. Non cadrà per questo in uno stato di selvaggeria o di barbarie.
(...)
La persona, dunque, senza inferocirsi o inselvatichirsi, constata  semplicemente che è vano agire in nome di una fiducia nella cosa pubblica con l'aspettativa di un ritorno.

                                             -Luisa Muraro tratto da 'Dio è violent'-
                                              (Grazie Andre per avermene fatto dono).


Fa male fa male fa male fa male. (Grazie Dà per aver avermi fatto scoprire Zamboni! Consiglio l'ascolto di 'sorella sconfitta' che può più o meno piacere ma di sicuro conduce ad uno stato ipnotico di quelli che all'alba, alla guida, ti fa vivere un'esperienza senza eguali!)