sabato 26 maggio 2012

Squagliamocela: liberi tutti

Iniziamo così.
Da ciò che uccide te e tutto ciò che è intorno: liberi tutti. Io mi libererò perché ora sono stanca...
Un po' d'elettronica.
(Ci piace un altro 30? Ci piace, ci piace...con lode stavolta ;-)
-Perché è fuori catalogo ovunque la pedagogia degli oppressi
Possibile mai?-

'(...) chi sono questi noi? Sono quelli che, per assicuare alla convivenza umana un po' di pace, un po' di giustizia, un po' di libertà, sono o sarebbero disposti a dare credito ad alcuni loro simili di poter governare la collettività, e a dotarli della necessaria autorità, e che perciò rinunciano ad imporsi con la forza dei loro privilegi o con la violenza dei loro desideri. 
Credo che rinunciare alla prepotenza per convivere civilmente con altri, lo abbiano chiamato contratto sociale; ci hanno scritto sopra dei gran libri e molta storia occidentale si è sviluppata alla luce di questa idea.
Qui, pensiamo semplicemente ad una persona comune che vive, come tutti, chi più chi meno, una vita in cui i nove decimi delle cose accadono, comprese quelle che la riguardano direttamente, sono fuori dal suo controllo. 
Tale è la vita organizzata anche là dove vige la più liberale delle costituzioni. 
La persona acconsente, qualche volta si arrabbia, qualche volta imbroglia, ma continua a salutare i vicini, a fermarsi davanti al rosso, a sposarsi, a votare etc.
Fa la sua parte insomma: si lava, tiene pulita la casa, si veste con decoro, non ruba, paga anche le tasse o una parte, alleva i figli e li manda a scuola etc.
 E' la sostanza del vero patto sociale, quello tacito e quotidiano: andare d'accordo col prossimo, tener conto delle leggi e dare credito a chi è in posizione di responsabilità pubblica, per vedersi riconosciuta una dignità personale in un contesto di vita sociale sensata e pacifica. 
In nome di questo patto la persona dice, in sostanza: rinuncio a molto di quello che mi farebbe comodo, per assicurare le condizioni minime di un vivere dignitoso a me e ad altri.  
O qualcosa del genere.
Lo dice implicitamente, non riflette sul significato profondo del suo comportamento, ma è un sentimento che la nutre e la aiuta.
Questo fino a quando non viene a sapere che, per conto suo o perfino in nome suo, da qualche parte  ci sono aerei che buttano le bombe sulle case di persone ignare e innocenti, militari che torturano prigionieri, scienziati che studiano congegni sempre più micidiali, lauti affari che si fanno vendendo armi sofisticate a paesi che non hanno né scuole né ospedali a sufficienza.
Cose così.
Come se fosse normale o inevitabile.
La persona di cui sto raccontando, a questo punto, può protestare, tacere, ammalarsi.
Può fare un'altra cosa, che io propongo in alternativa: può ritirare il suo tacito consenso all'ordine che regola la convivenza. E dirsi, con un atto interiore che avrà delle conseguenze pratiche: 
io non ci sto,
non dò più il mio credito alle leggi e alle autorità costituite, mi riprendo l'intera disponibilità di me e della mia forza, devo amministrarla io, poca o tanta che sia, e mi do la licenza di usarla. Non cadrà per questo in uno stato di selvaggeria o di barbarie.
(...)
La persona, dunque, senza inferocirsi o inselvatichirsi, constata  semplicemente che è vano agire in nome di una fiducia nella cosa pubblica con l'aspettativa di un ritorno.

                                             -Luisa Muraro tratto da 'Dio è violent'-
                                              (Grazie Andre per avermene fatto dono).


Fa male fa male fa male fa male. (Grazie Dà per aver avermi fatto scoprire Zamboni! Consiglio l'ascolto di 'sorella sconfitta' che può più o meno piacere ma di sicuro conduce ad uno stato ipnotico di quelli che all'alba, alla guida, ti fa vivere un'esperienza senza eguali!)

3 commenti:

  1. Eppure continuiamo ad andare avanti perché e' la nostra natura, perché non ci va di prender solo calci in culo, perché fanculo a voi falsi e corrotti... La nostra vita la nostra dignità i nostri sacrifici, ci fanno comunque dormire anche se a volte si resta a guardare il soffitto e dire ma per chi lo faccio?? Lo faccio per Me... Notte Bambi...

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  2. Ah bhè, lo fai per te ma lo fai anche per me e per la collettività in genere. Sono gli approfittatori che ciò che fanno lo agiscono solo in funzione di se stessi...non tu caro... Tu sei un'altruista...adotta tutta un'altra ottica in relazione a te stesso, vedrai che ti aiuterà a sentirti meglio nei momenti in cui vorresti avere il collo di qualcuno tra le mani e devi limitarti a giocare a freccette!...e forse ti aiuterà anche a dormire con la porta aperta...lascia che il soffitto restino loro a fissarlo chiusi a chiave a doppia mandata...in casa propria dico... ;-)

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  3. Certo il "lo faccio per me" era inteso nel comunque... Costruisco... chi ne godrà spero siano tutte le persone che meritano... W l'Italia... La porta rimane aperta:)))

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