Iniziamo così.
Da ciò che uccide te e tutto ciò che è intorno: liberi tutti. Io mi libererò perché ora sono stanca...
Un po' d'elettronica.
(Ci piace un altro 30? Ci piace, ci piace...con lode stavolta ;-)
-Perché è fuori catalogo ovunque la pedagogia degli oppressi?
Possibile mai?-
'(...) chi sono questi noi? Sono quelli che, per assicuare alla convivenza umana un po' di pace, un po' di giustizia, un po' di libertà, sono o sarebbero disposti a dare credito ad alcuni loro simili di poter governare la collettività, e a dotarli della necessaria autorità, e che perciò rinunciano ad imporsi con la forza dei loro privilegi o con la violenza dei loro desideri.
Credo che rinunciare alla prepotenza per convivere civilmente con altri, lo abbiano chiamato contratto sociale; ci hanno scritto sopra dei gran libri e molta storia occidentale si è sviluppata alla luce di questa idea.
Qui, pensiamo semplicemente ad una persona comune che vive, come tutti, chi più chi meno, una vita in cui i nove decimi delle cose accadono, comprese quelle che la riguardano direttamente, sono fuori dal suo controllo.
Tale è la vita organizzata anche là dove vige la più liberale delle costituzioni.
La persona acconsente, qualche volta si arrabbia, qualche volta imbroglia, ma continua a salutare i vicini, a fermarsi davanti al rosso, a sposarsi, a votare etc.
Fa la sua parte insomma: si lava, tiene pulita la casa, si veste con decoro, non ruba, paga anche le tasse o una parte, alleva i figli e li manda a scuola etc.
E' la sostanza del vero patto sociale, quello tacito e quotidiano: andare d'accordo col prossimo, tener conto delle leggi e dare credito a chi è in posizione di responsabilità pubblica, per vedersi riconosciuta una dignità personale in un contesto di vita sociale sensata e pacifica.
In nome di questo patto la persona dice, in sostanza: rinuncio a molto di quello che mi farebbe comodo, per assicurare le condizioni minime di un vivere dignitoso a me e ad altri.
O qualcosa del genere.
Lo dice implicitamente, non riflette sul significato profondo del suo comportamento, ma è un sentimento che la nutre e la aiuta.
Questo fino a quando non viene a sapere che, per conto suo o perfino in nome suo, da qualche parte ci sono aerei che buttano le bombe sulle case di persone ignare e innocenti, militari che torturano prigionieri, scienziati che studiano congegni sempre più micidiali, lauti affari che si fanno vendendo armi sofisticate a paesi che non hanno né scuole né ospedali a sufficienza.
Cose così.
Come se fosse normale o inevitabile.
La persona di cui sto raccontando, a questo punto, può protestare, tacere, ammalarsi.
Può fare un'altra cosa, che io propongo in alternativa: può ritirare il suo tacito consenso all'ordine che regola la convivenza. E dirsi, con un atto interiore che avrà delle conseguenze pratiche:
io non ci sto,
non dò più il mio credito alle leggi e alle autorità costituite, mi riprendo l'intera disponibilità di me e della mia forza, devo amministrarla io, poca o tanta che sia, e mi do la licenza di usarla. Non cadrà per questo in uno stato di selvaggeria o di barbarie.
(...)
La persona, dunque, senza inferocirsi o inselvatichirsi, constata semplicemente che è vano agire in nome di una fiducia nella cosa pubblica con l'aspettativa di un ritorno.
-Luisa Muraro tratto da 'Dio è violent'-
(Grazie Andre per avermene fatto dono).
Fa male fa male fa male fa male. (Grazie Dà per aver avermi fatto scoprire Zamboni! Consiglio l'ascolto di 'sorella sconfitta' che può più o meno piacere ma di sicuro conduce ad uno stato ipnotico di quelli che all'alba, alla guida, ti fa vivere un'esperienza senza eguali!)
Eppure continuiamo ad andare avanti perché e' la nostra natura, perché non ci va di prender solo calci in culo, perché fanculo a voi falsi e corrotti... La nostra vita la nostra dignità i nostri sacrifici, ci fanno comunque dormire anche se a volte si resta a guardare il soffitto e dire ma per chi lo faccio?? Lo faccio per Me... Notte Bambi...
RispondiEliminaAh bhè, lo fai per te ma lo fai anche per me e per la collettività in genere. Sono gli approfittatori che ciò che fanno lo agiscono solo in funzione di se stessi...non tu caro... Tu sei un'altruista...adotta tutta un'altra ottica in relazione a te stesso, vedrai che ti aiuterà a sentirti meglio nei momenti in cui vorresti avere il collo di qualcuno tra le mani e devi limitarti a giocare a freccette!...e forse ti aiuterà anche a dormire con la porta aperta...lascia che il soffitto restino loro a fissarlo chiusi a chiave a doppia mandata...in casa propria dico... ;-)
RispondiEliminaCerto il "lo faccio per me" era inteso nel comunque... Costruisco... chi ne godrà spero siano tutte le persone che meritano... W l'Italia... La porta rimane aperta:)))
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