mercoledì 12 ottobre 2011

That I would be good Even if I lost sanity



That I would be loved
Even when I numb myself
That I would be good
Even when I am overwhelmed

That I would be loved Even when I was fuming

9 commenti:

  1. Dai sospiri nasce qualcosa,
    Ma non dolore, questo l’ho annientato
    Prima dell’agonia; lo spirito cresce,
    Dimentica, e piange;
    Nasce un nonnulla che, gustato, è buono;
    Non tutto poteva deludere;
    C’è qualche certezza:
    Che non è amore se non si ama bene,
    E questo è vero dopo perpetua sconfitta.

    Dopo siffatta lotta, come il più debole sa,
    C’è di più che il morire;
    Lascia i grandi dolori o tampona la piaga,
    Ancora a lungo egli dovrà soffrire,
    E non per il rimpianto di lasciare una donna in attesa
    Del suo soldato sporco di parole
    Che spargono un sangue così acre.

    Se ciò bastasse, se ciò bastasse a dar sollievo al male,
    Il provare rimpianto quando quello è perduto
    Che mi rendeva felice nel sole,
    Quanto felice il tempo che durava,
    Se ambiguità bastassero e abbondanza di dolci menzogne,
    Potrebbero le vacue parole sostenere tutta la sofferenza
    E guarirmi dai mali.

    Se ciò bastasse, osso, tendine, sangue,
    Il cervello attorcigliato, i lombi ben fatti,
    Cercando a tastoni la materia sotto la ciotola del cane,
    L’uomo potrebbe guarire dal cimurro.
    Ché tutto quello che va dato, io l’offro:
    Briciole, stalla, e cavezza.

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  2. Di Dylan Thomas. Ogni sua sudata parola s'imprimeva su carta a colpi di martello. Come le sinfonie di Mahler, come le pagine di 'Per chi suona la campana', come 'Ali' dagli occhi azzurri'. Chi puo' immaginare la fatica immane di trarre dal tragico incendio della vita un'opera del pensiero?

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  3. Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
    ma nazione vivente, ma nazione europea:
    e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
    governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
    avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
    funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
    una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
    Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
    pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
    tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
    Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
    proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
    E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
    che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.

    Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.

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  4. Ho pensato a Pasolini in due occasioni: la prima quando in un passage di Montmarte ho visto esposto in una vetrina 'Il vangelo secondo Matteo' in lingua originale; la seconda é stata ad un angolo di strada della banlieu st. Denis dove su un cartone dormivano abbracciati quattro bambini del maghreb.
    Il suo, riflettevo, é lo stesso spirito umanitaristico che si riflette nella poesia di Donne (e nelle pagine del 'parigino' Hemingway)in cui si dice di 'non mandare mai a chiedere per chi suona la campana', poiché essa 'suona sempre per te'...nessun uomo é un isola... se dal continente sparisse solo una nuovola io ne sarei diminuito come se mi fosse stato tolto un arto...
    Cio' mi rimanda a Jean Jaurés, socialista e pacifista, ucciso di fronte ad una brasserie non distante dal passage in cui ho visto il dvd di Pasolini... e di qui ancora agli anarcosocialisti ottocenteschi italiani, di cui oggi nessuno purtroppo si ricorda, orgoglio della pqtria nostra, finiti impiccati o ghigliottinati con la morte nel cuore e il sorriso sulle labbra... Sante Caserio, l'omicida di Sadi Carnot, primo ministro francese, Gaetano Bresci, regicida, vendicatore del genocidio perpetrato a Milano per sedare la rivolta degli 'affamati'...esiste in merito perfino una canzone popoalare intitolata 'Il feroce monarchico Bava' che, ricordiamo, 'il popolo con il piombo sfamo''...E poi gli 'intellettuali' Pisacane, Pietro Govi...

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  5. Pasolini rivoluzionario come Gramsci...ma differenti...(il primo piangeva sulle ceneri del secondo, nel cimitero acattolico di Roma, quello di Keats, il cui nome é scritto sull'acqua, di Shelley e delle croci celtiche, che nulla hanno a che spartire con il ventennio); differenti perché Pasolini con la sua indipendenza morale ha rappresentato l'intellettuale 'puro' avulso dalle istituzioni e dalle categorie concettuali; analoghi tuttavia nell'amore per l'educazione e per il 'popolino' affamato, quella 'mucillagine' sociale stravaccata fra le impalcature di case non finite e già vecchie, morta di fatica nelle fabbriche, piegata dall'ignoranza e dall'ingiustizia. Pasolini il cristiano, l'antiborghese, l'antitaliano...Pasolini il pederasta, il deviante, l'emarginato...innamorato dei piccoli riccetti, di 'Ali' dagli occhi azzurri' uno dei tanti figli di figli che scenderà da Algeri su navi a vele e a remi varate nei Regni della Fame.

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  6. L'Italia non solo degli anarcosocialisti...non solo l'Italia ottocentesca che ha preconizzato cio' che un secolo dopo sarebbe stato il rivolozionario sud america - quello di Sandino, di Ernesto Guevara...ma anche l'Italia degli illuministi Filangeri e Pagano, dei liberali Beccaria e Pellico (ma chi se li ricorda?) dei ribelli che versarono sangue per le repubbliche romane e partenopee...sogni non meno impossibili della comune parigina...
    E i moti del '48 (la primavera di popoli lo ebbero a chiamare...) dove iniziarono se non nella 'rossa' Sicilia, terra di lussuria e di banditi, di individualisti e di gattopardi, prima ancora che nella socialdemocratica Berlino o nella borghese Parigi?

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  7. Hemingway faceva l'americano libertino a Parigi, l'intellettuale 'engagé' in Spagna, il soldato idealistico sulla linea del Piave.

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  8. Le periferie parigine sono terzo mondo.
    Dove c'è molta ricchezza c'é anche molta povetà. Ogni moneta di troppo nella tasca di parigino, dice un mio amico rumeno 'sans abri', conosciuto all'ombra della tour st. Jacques, equivale ad un pezzo di pane tolto ad un 'pauvre' delle banlieues. Non possiamo accettatare la povertà o l'ingiustizia dobbiamo essere pronti ad annientare la ricchezza. Il nostro benessere corrisponde alla fame di un altro. Non so come la parte ricca (un tempo avre detto l'occidente ricco) del 'globo' interiorizzi oggi il senso di colpa.

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  9. Non c'é tempo per tutto. Se impari bene ad aver cura per qualcosa sei costretta a trascurare altro. La poesia di Thomas considerala un commento specifico al presente post. Il resto gira in tondo al mondo dell'interiorità. Anche la tua, é chiaro.

    La lutte continue

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