mercoledì 14 aprile 2010

Torta di pane alla maniera di


Un manierismo, piccolo, goloso, che ha riscosso un aspettato successo nei dì di Pasqua. Si è fatto largo tra colombe e uova conquistando tutti...vi riporto il link per trasparenza e per pigrizia...non c'ho voglia di riscrivere para para una ricetta! Per la preparazione non c'è molto da dire se non che la troverete proprio sbirciando da Alessia! :-)

7 commenti:

  1. piccola regalati più tempo per te e le tue bellissime cose...tutte!!! sono a dieta, non vale.... tvb

    dardadi

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  2. So' di uno sfigato unico: ieri ho messo a fare pasta e patate nella nuova pentola di coccio (per pasta e fagioli) presa da Castroni (con tanto di mista spezzata e fagioli, per l'appunto!) e non ho trovato una crepa dopo la cottura con tutto che ho utilizzato lo spargifiamma? Così sono andata a cambiarla, son stati gentilissimi e me l'hanno sostituita. Ho scoperto che van messi 4 ore in ammollo, tutta la notte è anche meglio, tutti tegami in coccio per il primo utilizzo. Dalla prossima lo farò!

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  3. I quadri di Ernst stanno degenerando nella mia testa al livello dell'ossesione. "La vestizione dell'uccello" esibisce delle creature da incubo intente ad abbigliare una donna di piume di uccello rosse. La carica sessuale dell'immagine non colpisce direttamente ma agisce nel tempo su un piano sotteraneo e subliminale. La subdola malvagità emanante dalla donna ricrea simbolicamente il rapporto di dominio sullo schiavo sessuale e riduce la sensualità ad una riabilitazione pischiatrica manicomiale. L'oggetto del desiderio è un feticcio psicopatologico, la donna la manifestazione esteriore della nevrosi.
    Il quadro "La città intera" sembra uscito da uno dei miei incubi ricorrenti: la suggestione del cielo, della luna, dell'inclinazione della luce ricorda i miei paesaggi onirici composti di tralicci metallici e antenne radiotrasmittenti. Il tramonto (o luce da eclisse solare) ha un carattere definitivo di attranete follia; è una dispozione di spirito che inlina al sordido, che invita al volo, al farsi cadere, alla tentazione di indulgere alla vertigine. Posso dire lo stesso di molti altri quadri di Ernst ("La foresta" per es.), in quanto richiamo di atteggiamenti inconsapevoli tendenti al piacere per l'insano. Sto riflettendo in questi giorni sulla connotazione sessuale delle catastrofi artificiali. Ernst richiama qualcosa di questo tipo: l'eccitazione derivante da elementi costruti della realtà non apparentemente erotici. Penso a parcheggi in disuso, a stabili disossati, a cimitieri di automobili, al fascino irresistibile del paesaggio metropolitano. Piazza di Pontelungo -quartiere Appio: il palazzone enorme che si affaccia sulla ferrovia; stazione Tiburtina: da un alto i cipressi del Verano, dall'altro il ponte che si affacia sullo snodo ferroviario; i cavalcavia riproducono arterie, i binari immense terminazioni nervose; la teoria degli edifici tessuti muscolari. Nevrotica ricerca di concrezioni falliche inconsce...l'esplosione di un ordigno costituirebbe in tutto ciò la perfetta rappresentazione di un'eiaculazione.

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  4. Bentornato. :-)Sei mancato, non solo a me.

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  5. Tranquilla, ieri ho spaccato la mia,solo che mi è caduta ed era piena di pasta e patate, l'ho raccolta fino in camera da letto, e stanotte ho sognato che affogavo in una minestra... :-)

    Simone M.

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  6. Della serie "mal comune mezzo gaudio"? Mi dispiace che sia successo anche a te Simone!! Anzi, nella sfiga allora son stata pure fortunata visto che pasta e patate l'ho salvata e mangiata! La crepa era minima...altre tre cotture e la buttavo di certo...ho preferito correre ai ripari prima del danno vero e proprio!Pensa però: abbiamo fatto entrambi lo stesso piatto! Forte no? Specie perché non è che fossero proprio giorni da zuppa...lo sono stati più quest'ultimi...ma l'apatia regna in casa Zucca. E forse, dal blog non più aggiornato, ciò emerge con prepotenza. Mi trascino qua e là senza più un briciolo di entusiasmo per niente. Manco l'idea di pasta e fagioli riesce a strapparmi un sorriso...fai te...Però tu, col tuo commento, sei riuscito in quest'impresa ardua...l'idea della minestra da raccogliere in terra mi ha regalato un'espressione divertita...scusa ma è stato più forte di me!! Pensa che una volta, e questa è stata storica, avevo preparato un polpettone in crosta di patate -tipo un purè- e il mio ragazzo del tempo ha pensato bene di non aiutarsi con un ulteriore piatto per girarlo al fine di continuare la cottura: morale l'ha ribaltato nel lavandino ed ho dovuto cestinare tutto tra mille madonne e santi tirati giù dal calendario...imbattibile...guarda caso c'entrano sempre le patate... :-/

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  7. Pasta e patate anche ad agosto...
    cmq è sempre un piacere strappare un sorriso! :-)

    Simone M

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