giovedì 8 aprile 2010

Quando speri che non sia finita qui

Stamattina sul desktop, come ho acceso, c'era una foto che ho scattato al mare. Neanche a farlo apposta. Certo, lo sapevo che né lui né io saremmo stati Mc Laud -che poi io Highlander non l'ho manco mai visto- ma che sarebbe andata così non l'avrei mai pensato. Il mio cane non ce l'ha fatta. C'ho la morte dentro. Non riesco a smettere di piangere. Puro e semplice egoismo perché adesso sò che non lo rivedrò mai più, che non mi darà la zampa, che non sentirò i suoi rumori di quando gradiva la pappa, né i suoi ruttini, non sentirò più le sue puzzette e non correremo più insieme. Non nuoteremo più insieme sebbene lui nuotasse da paura ed io così così e, come se non bastasse, visto che lui lo sapeva, pensava sempre che stessi affogando e veniva a salvarmi riempiendomi di unghiate pari a sfregi che poi col Sole le cicatrici restano ma a me non è mai importato- e non giocheremo più con la palla alla Mole e non andrò più a portarlo e riprenderlo dalla toletta dopo il bagno. Gli ripetevo sempre "Mon chien sei il più bello del mondo lo sai sì? Sì che lo sai!" E mi guardavo compiaciuta l'ammirazione della gente, rimanevano tutti inacantati quando passavamo noi, due esseri in simbiosi, bellissimi. Chiunque di fianco a lui diventava bellissimo. Adesso ci sentiamo tutti merde. E quella sua fossetta sul dorso, lui gongolava ed il pelo si spostava sempre lì. E perché quelle vertigini sulle chiappotte? Quella dentatura perfetta. Quella coda sempre da curare, così come le orecchie che si faceva medicare solo da mia madre. La mia vita, lui. Quanto mi piaceva lavarlo in campagna...faceva sempre il vago dopo essere stato insaponato e tentava di allontanarsi! Mi toccava riacchiapparlo al volo per sciacquarlo. Ho tutti falshback vividi nella memoria. Il mio cane. Lui che poi correva a rotolarsi nell'erba, nella terra in verità, e si risporcava tutto e io che stavo lì, a far finta di incazzarmi dopo aver penato tanto per lavarlo!, ero felice che facesse così. Il mio spirito libero ed il suo sono già in faggeta insieme. Lui, l'unico che c'era quando ero sola, e per sola intendo sola, senza il mio ragazzo storico (che mi ha fatto disperare per quante me ne ha combinate), senza l'appoggio dei miei, senza amiche (mi tradiva con loro), senza amici (avrei rischiato in momenti di estrema debolezza di tradirlo con loro), quando non avevo che il piumone caricato in macchina -perché a Soriano in inverno è freddo, fidatevi, e la casa appena presa non aveva ancora i riscaldamenti- con me c'era lui, mi aggrappavo a lui e mi scaldava il suo corpo, quel suo pelo d'oro, il suo fiato. C'era lui a sentire le mie stecche in macchina, c'era lui ogni volta che guardavo dallo specchietto retrovisore, a quanti semafori rossi mi sono incantata ad osservare il suo profilo. E l'ho visto ingelosirsi, perchè io son sua, e litigare per aver fatto feste ad un cane che passava mentre ero lì ad amoreggiare con lui. C'era lui a togliermi il cellulare dalle mani quando buttata in terra gridavo nel microfono. Vi giuro c'è stata una volta che mi ha tolto il telefono e mi ha portato la palla. Volevo sprofondare ed invece per il suo gesto mi sono alzata e sono uscita a portarlo fuori. All'inizio non è che gli piacessero molto i gatti, poi ha cominciato a viverci d'amore e d'accordo, vi dico solo che il gatto Red gli dormiva addosso. E ieri, ieri che stremato non riusciva più quasi a respirare -ieri che era solo perché il mio compagno del tempo non se l'è sentita di venire e sinceramente io capisco che cosa gli passasse per la testa- e stava male c'ero io. Io che non mi sarei staccata da lui manco se fosse venuto giù il palazzo, io che l'ho accompagnato e sono rimasta fino all'ultimo, io che me lo son visto morire tra le braccia. Non riesco a smettere di pensarci e di piangere, non ho chiuso occhio, non sono riuscita nemmeno a finire la minestrina ieri sera. Alle 21.30 mi sono alzata, dopo un crollo mostruoso con la testa in pappa e in preda ai conati, ho pensato che per prendere un analgesico dovevo mangiare. E' passata quasi un'ora stamattina da quando ho messo a bollire il latte e acceso sotto al caffè, ormai si saranno freddati, io non riesco a mettermi lì e mangiare. Vorrei solo dormire per tre giorni di fila. Invece oggi, credo, ce lo andremo a prendere.
Lavare la copertina e il guinzi sarà uno strazio, mi guardo la busta e mi attacco ai muri. Oddio che brutto, scusate ma sto veramente male. Eppure sono qui a mettere nero su bianco tutto questo per più di un motivo. Perché condividere aiuta, perché chiunque stesse passando lo stesso, si fa per dire, mio dolore si sentirà meno solo, anche se saprà di esserlo, perché non rincontrerò mai più quel ragazzo che ieri alla clinica mentre scendeva con la sua bellissima gatta bianca mi ha guardata negli occhi, mi ha messo una mano sul braccio e mi ha detto "mi dispiace". E' stata la persona più rispettosa di tutte: un totale sconosciuto che mi sento di ringraziare col cuore in mano. E per continuare la mia lotta, che spero tutti sposerete, perché finalmente venga fatta una riflessione sull'eutanasia, una riflessione seria che ci permetta di scegliere. Io mi auguro che qualcuno mi ami tanto quanto ho amato Tweed, che mi porti a morire, che mi aiuti a morire quando starò così male. Quando non riuscirò più a bere né a mangiare. Quando vomiterò e sarò piena di metastasi in ogni organo. Quando uscirà solo il sangue dalla mia bocca e mi gonfierò. Quando faticherò a respirare con tutto che sono Daria. Quando le gambe non mi reggeranno. Vorrei che ci fosse qualcuno che ad un mio sguardo capisse che la mia ora s'è fatta e che voglio solo morire. Ma in questo paese non è permesso morire con dignità così come non ci è permesso vivere con dignità. Adesso, passeranno i giorni ma non diminuirà il dolore che sento dentro. Anzi. Ogni golden che vedrò sarà una stretta al cuore. Mia stanotte ha dormito con me, ha tentato di vegliare sul mio sonno, poverina, non ho fatto dormire nemmeno lei. Non si è ancora alzata dal letto. Fiero son due giorni che non riceve le giuste coccole, è vero pure che ieri mattina m'è volato sull'armadio e per prenderlo ho fatto i mostri, tipo comiche. In pratica potreste portare i vostri bimbi a casa mia: è una sorta di zoo. Quel che trovo accudisco e amo. Adesso devo farmi forza e prendere coscienza del fatto che ho agito secondo i miei principi. Che ho fatto tutto quel che potevo per non farlo soffrire. Che devo fare colazione e lavare la copertina. Non la laverei se non fosse che è da lavare. Ieri, in clinica sono andata in bagno e ho odorato le mani che fino a due minuti prima l'avevano stretto ed ho pensato, cosa che avevo anche detto dentro, che aveva l'odore più buono del mondo. Penso che sono proprio sola adesso. Lui era il mio migliore amico. Nessun uomo, nessun altro cane ha condiviso sofferenza, gioia, cibo, letto, acqua, tempo con me come ha fatto lui. La cosa più bella che m'ha dato la vita, la purezza dei sentimenti. Sono andata di là e ho riacceso sotto al latte, adesso proverò a fare colazione. Ho accarezzato Mia e giocherellato insieme a Fiero, perché sono stata fortunata alla fin fine, la vita mi ha fatto trovare anche loro, tutti e due per strada. Adesso devo pensare a loro. E posto questa, per chi ha visto la donna che sono e sarò. Alla mia stella lassù.

11 commenti:

  1. Questo è amore Daria,io l ho provato per una persona a cui non ho detto nemmeno addio per paura di scoppiare in lacrime o semplicemente fargli capire che moriva ,tu hai potuto farlo ,sei stata l ultima cosa che ha visto e il suo ricordo sarà la cosa più bella della tua vita!
    Ti sono vicina un bacio.......possa un volo d'angeli condurre quella piccola anima in un posto migliore di questa vita terrena......Max

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  2. Qualcuno ha detto: "Non piangere perchè qualcosa è finita, sorridi perchè è accaduta ..."
    Com'è facile parlare quando il dolore è degli altri...
    Io che posso dire? Ti capisco ci sono passato...a distanza di anni dopo aver metabolizzato il dolore rimarrà il bel ricordo malinconico di qualcosa d'irripetibile...Giuri di non voler altre bestioline perchè l'egoismo è nella natura umana e si ha paura di soffrire di nuovo...Poi un bel giorno due occhioni ti guardano smarriti e il giuramento va farsi friggere...si ricomincia ad avere e dare amore!...Questo è successo a me.
    Un abbraccio sincero

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  3. Io, ti porterei.Se,e tra mille anni.

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  4. Bellissimo. Ma non li voglio campare mille anni. Macché neppure te hai visto Highlander? Mille anni e sai quanta altra sofferenza, quanta altra vita vedrei crollare davanti a me? Me ne scampi e liberi chiunque possa farlo. Ti prendo in parola, chiunque tu sia.

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  5. Ho rivissuto insieme alla tua esperienza una notte terribile di un anno e mezzo fa. Non mi è ancora passato il dolere per la perdita, non tutti sanno provare questo tipo di amore, forse soffrono meno di noi... ma si perdono tanto dalla vita.

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  6. Lo so, l'ho capito, che sei come me. Io c'ho dell'elfo, tu della fatina! Bella Cindry, già soffrono meno e si perdono tanto. E' stato, continua ad essere, straziante. C'ho il vuoto nell'anima.

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  7. Mi hai fatto commuovere e tornare a sette anni fa, quando mi trovai nella stessa situazione. Il dolore si attenuerà, ma non passerà mai, perchè non puoi non soffrire per chi hai amato tanto e non tornerà più indietro. Però hai i tuoi momenti con Tweed e quelli rimaranno sempre dei ricordi meravigliosi della sua vita con te. Non mi ricordo in che film avevo sentito questa frase ma la trovo bellissima: Non si perde mai chi si è amato, se non quando ci si dimentica di lui. E lui, ne ho la certezza, vivrà sempre insieme a te. Ti abbraccio forte forte.

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  8. sto piangendo...io ho un labrador e ho rivisto lo stesso carattere, ho rivisto me, col tuo stesso modo di vivere e ho pensato che il mio Ciccio un giorno non ci sarà più e una parte di me morirà con lui.
    Non ce la faccio a dire altro, ma so che comprenderai...Un bacio a te e a lui.

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  9. Rispondo ad entrambe, perdonate il ritardo. E' che questo post mi fa morire ogni volta che lo leggo. Non riesco a dormire da quel giovedì, cerco di impegnarmi in decine di cose -che non mi riescono forse neppure troppo bene- pur di non pensare a lui. Nulla posso io, né i tranquillanti né tre bicchieri di vino a permettermi di star tranquilla, di non pensare, di annebbiare vista e ricordi. E' tutto davanti ai miei occhi, come l'8, quel giovedì maledetto. Non avevo capito che quegli scatti che faceva non erano più di questo mondo. E piango ora che ricordo, così come ogni altro minuto del giorno in cui penso a lui solo. E non c'è padre, non c'è madre, non c'è cane, non c'è uomo, non c'è amica che riesca a riempire con parole, con carezze, con baci, il vuoto che ho dentro. Solo oggi ho trovato il coraggio di scrivere ad un carissimo amico, andavamo in 4 (Tweed ed io con Soso e la bella Rudi) in pineta, in faggeta a camminare, a parlare, a correre, a giocare, a confidarci. Pensavo alla discesa che facevo con tweed per arrivare al lago di Vico, dalle parti di San Martino...non c'era verso di tenerlo, a nulla servivano i comandi tanto di lì a poco sarebbe partito in una corsa sfrenata che mai dimenticherò nella vita. Ed ero così felice che non mi desse retta, ero così felice di vederlo immerso nell'acqua, di riportarmelo a casa zuppo nonostante gli avessi sfregato l'asciugamani addosso con vigore. E come mi offriva la pancia, come si lasciava accarezzare in segno di sottomissione, tanto quanto con devozione controllavo ogni mm del suo corpo per accertarmi che non ci fossero mai zecche a nutrirsi di lui. Del suo sangue così nobile. Lo stesso che ho visto spandersi in ogni dove, lo stesso che ancora sento addosso. E non basteranno tutte le saponette del mondo per levarmelo via. E me lo vedo steso lì, su quel lettino -bel coraggio hanno a chiamarlo così- senza più vita, senza più affanno. E sono disperata come allora, sola, senza saere cosa fare, dove andare a cercarlo. Ho ancora il riso soffiato in cucina di fianco al frigo ed i suoi pupazzetti asciutti ancora sullo stendino, l'acqua di quesi giorni li avrà bagnati di nuovo. Non riesco a prenderli, li tocco e li lascio lì. Di notte non potendo abbracciare lui abbraccio la sua copertina con le impronte, è beige con le orme nere, così carina. Era quella che stava in macchina. Quando ha reclinato la testa, stava per cadere dal lettino, l'ho tenuta tra le mani e gli ho chiesto "Tweed, amore, dove vai?". Io non ho capito, non capivo. Non capivo. Scusate, non ce la faccio. E' uno strazio allucinante. Nonci pensate. Un giorno avverrà, giocate con loro quando vi portano un pupazzetto anche se siete reduci da una giornata di merda. Un giorno, quel giorno, vi sentirete colpevoli di non averlo fatto quando potevate. darei mille anni della vita, se li avessi, per rivivere anche un minuto solo con Tweed.

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  10. Dimenticavo di ringraziarvi e scusate per lo sfogo e per tutti gli errori di battitura ed i periodi contorti, ultimamente sbaglio tutte le punteggiature, non ci sto più con la testa.

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