venerdì 6 gennaio 2012

Minicakes cioccolato, banane e nocciole


...tutte le divinità che hanno fissato la loro dimora vicino ai luoghi abitati dagli esseri umani sembra che abbiano sembianze pensate per incutere terrore.
Sguardo folgorante, zanne, corpi colorati di rosso, armi in mano.
Non c'è dubbio che siano così in parte per proteggere se stessi. 
Io, però, più che per questo, penso che il loro aspetto serva per mettere alla prova i nostri cuori.
Perché solo chi è in grado di vedere al di là delle apparenze può venire toccato dalla potenza delle loro anime delicate.
In principio i bambini provano una paura sincera di fronte a quelle sembianze, poi,con altrettanta spontaneità, col tempo imparano ad accettare le divinità per quello che sono. 
Anche Hajime portava in sé qualcosa del genere, qualcosa di magico e di sacro.
Chissà come mai sono riuscita ad entrare nel suo mondo con tanta naturalezza, nonostante non fossi più una bambina.
Quando conosciamo persone nuove, tutto sommato non credo che prestiamo molta attenzione al volto.
Credo piuttosto che le guardiamo nell'animo.
L'atmosfera che emanano, la voce, l'odore...percepiamo una combinazione di tutte queste cose.
Hajime aveva un animo tutto d'un pezzo.
Di solito c'è sempre un che di ambiguo nell'impressione lasciata dalla gente, Hajime, invece, comunicava una grande risolutezza, con un sottile barlume di malinconia. 
Era stata la sua forza a colpirmi. 
Mentirei se dicessi che non sono rimasta turbata la prima volta che l'ho vista.

 Scusate: è che Banana è sempre Banana...per me. :-)
Tra l'altro, dopo aver cominciato un post con una citazione, l'incipit proprio, di un libro della Yoshimoto (Il coperchio del mare) sorrido rendendomi conto del nesso -non voluto ché non c'è stato di niente di razionalmente pensato!- con la ricetta di quest'oggi (me lo ricordo eccome che ho un blog di cucina!!) che prevede l'uso delle banane!!
L'inconscio gioca brutti scherzi!!! ;-)

L'occorrente:
- 3 banane schiacciate
-180 gr di zucchero bianco
-180 gr di farina '00'
-1 bustina di lievito
-2 uova sbattute
-3 cucchiai di olio evo
-1/4 di tazza di latte
-1 etto di gocce di cioccolata
-100 gr di nocciole tritate

Preparazione:

Mescolate banane e zucchero in una terrina poi aggiungete farina setacciata col lievito, uova, olio e latte.
Amalgamate il composto prima di versarvi gocce di cioccolata e nocciole tritate continuando a lavorare con un mestolo di legno.
Infine versare il tutto nello stampo da cake ed infornare in forno già caldo a 180°, lasciando cuocere una cinquantina di minuti.
Da servire tiepido meglio se accompagnato con panna!

Ti renderò più facile decidere
cio' che e' inevitabile

DESTINATI A PERDERSI
IN SPAZI TROPPO PICCOLI
IN PEZZI CHE NON PUOI
RIAPPICCICARE
 

Hello hello, amore mio  
Ti sto aspettando ma mi avvio
Il pavimento sotto di me... cigola

Mi renderò partecipe
e farò ciò che è indispensabile
 

E RITROVARSI STUPIDI
SPENTI E POCO UTILI
TRASCINANDOSI...
LE GAMBE TREMANO
DESTINATI A SCIVOLARE
IN UN VUOTO CHE FA MALE
IN PEZZI CHE NON PUOI RIAPPICCICARE




7 commenti:

  1. C'è UNA VARIANTE DELLA STESSA BONTA' X COLESTEROLOSI CRONICI???

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  2. http://www.youtube.com/watch?v=RHVOh7uzUnY

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  3. Era nel mondo un figlio
    e un giorno andò in Calabria:
    era estate, ed erano
    vuote le casupole,
    nuove, a pan di zucchero,
    da fiabe di fate color
    delle feci. Vuote.
    Come porcili senza porci,
    nel centro di orti senza insalata,
    di campi senza terra,
    di greti senza acqua.
    Coltivate dalla luna, le campagne.
    Le spighe cresciute per bocche di scheletri. Il vento dallo Jonio scuoteva paglia nera come nei sogni profetici:
    e la luna color delle feci
    coltivava terreni che mai l’estate amò.
    Ed era nei tempi del figlio
    che questo amore poteva cominciare,
    e non cominciò.
    Il figlio aveva degli occhi di paglia bruciata,
    occhi senza paura, e vide tutto
    ciò che era male:
    nullasapeva dell’agricoltura,
    delle riforme, della lotta
    sindacale, degli Enti Benefattori,lui.
    Ma aveva quegli occhi.
    La tragica luna del pieno sole,
    era là, a coltivare
    quei cinquemila, quei ventimila
    ettari sparsi di case di fate
    del tempo della televisione,
    porcili a pandizucchero, per
    dignità imitata dal mondo padrone.
    Ma si può vivere là! Ah, per quanto ancora, l’operaio di Milano lotterà
    con tanta grandezza per il suo salario?
    Gli occhi bruciati del figlio,
    nella luna, tra gli ettari tragici,
    vedono ciò che non sa il lontano fratello
    settentrionale.
    Era il tempo quando una nuova cristianità
    riduceva a penombra il mondo del capitale: una storia finiva in un crepuscolo in cui accadevano
    i fatti, nel finire e nel nascere,
    noti ed ignoti.
    Ma il figlio tremava d’ira nel giorno
    della sua storia:
    nel tempo quando il contadino calabrese
    sapeva tutto, dei concimi chimici,
    della lotta sindacale, degli scherzi,
    degli Enti Benefattori, della
    Demagogia dello Stato
    e del Partito Comunista..
    …e così aveva abbandonato
    le sue casupole nuove
    come porcili senza porci,
    su radure color delle feci,
    sotto montagnole rotonde
    in vista dello Jonio profetico.
    Tre millenni svanirono
    non tre secoli, non tre anni
    e si sentiva di nuovo nell’aria malarica
    l’attesa dei coloni greci.
    Ah, per quanto tempo ancora,
    operaio di Milano, lotterai solo per il salario?
    Non lo vedi come questi qui ti venerano?
    Quasi come un padrone.
    Ti porterebbero su dalla loro antica regione,
    frutti e animali,
    i loro feticci oscuri, a deporli
    con l’orgoglio del rito
    nelle tue stanzette novecento,
    tra frigorifero e televisione,
    attratti dalla tua divinità,
    Tu, delle Commissioni Interne,
    tu della CGIL, Divinità alleata,
    nel meraviglioso sole del Nord.
    Nella loro Terra di razze diverse, l
    a luna coltiva una campagna che tu
    gli hai procurata inutilmente.
    Nella loro Terra di Bestie Famigliari,
    la luna è maestra d’anime che tu
    hai modernizzato inutilmente.
    Ah, ma il figlio sa:
    la grazia del sapere
    è un vento che cambia corso, nel cielo. Soffia ora forse dall’Africa
    e tu ascolta ciò che per grazia il flglio sa. (Se egli non sorride
    è perché la speranza per lui
    non fu luce ma razionalità.
    E la luce del sentimento
    dell’Africa, che d’improvviso
    spazza le Calabrie, sia un segno
    senza significato,
    valevoleper i tempi futuri!)
    Ecco: tu smetterai di lottare
    per il salario e armeraila mano dei Calabresi.

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  4. Ali' aux yeux azurs
    un des plusieurs fils des fils
    il descendra d'Alger, sur navires à voiles et à rames.
    Ils verront avec lui milliers des hommes
    aux petits corps et aux yeux des pauvres chiens de pères
    sur les bateaux mis à l'eau dans les pays de la Famine.
    Ils amèneront avec eux les enfants, et du pain, et du fromage,
    dans les papiers jaunes du Lundi de Paques.
    Ils amèneront les grandes mères et les ânes
    sur les voiliers volés aux ports coloniales.
    Ils débarqueront à Crotone ou Palmi
    à millions habillés des chiffons asiatiques ou des chemises americaines.
    Tout de suite les calabrais diront, comme des escrocs à des escrocs,
    'Voila les anciens frères, avec les fils, et du pain et du fromage!'
    Par Crotone ou Palmi ils monteront à Naples
    et juste d'ici à Barcelona, à Salonicco, à Marseille,
    dans les ports de la pègre,
    âmes et anges, rats et poux, avec le germe de l'ancienne histoire.

    Ils toujours humbles,
    Ils toujours faibles,
    ils toujours timides,
    ils toujours infimes,
    ils toujours coupables,
    ils toujours sujets,
    ils toujours petits,
    ils que jamais voulurent savoir,
    ils que eurent des yeux seulement pour implorer,
    ils que vécurent comme des assassins sous la terre,
    ils que vécurent comme bandits au fond de la mer,
    ils que vécurent comme fous au milieu du ciel,
    ils que se construisent des lois hors de la loi,
    ils que s'adaptèrent à un monde sous le monde,
    ils que crurent dans un Dieu serviteur de Dieu,
    ils que chantèrent aux massacres des rois,
    ils que dansèrent aux guerres bourgeois,
    ils que prièrent aux luttes ouvriers...

    ...en déposant l’honnête des religions paysans,
    en oubliant l'honneur de la pègre,
    en trahissant la candeur des peuples barbares,
    en suivant leur Ali' aux yeux azurs,
    ils sortiront de sous la terre pour voler,
    ils sortiront de fond de la mer pour tuer,
    ils descendront de haut du ciel pour exproprier
    et pour enseigner aux camarades ouvriers la joie de la vie,
    pour enseigner aux bourgeois la joie de la liberté,
    pour enseigner aux chrétiens la joie de la morte,
    ils détruiront Rome et sur ses ruines
    ils déposeront le germe de l'ancienne histoire...
    ...ensuite avec le pape et chaque sacrements
    ils iront comme des gitanes à Nord et à Est
    avec les drapeaux de Trotsky au vent...

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  5. Non finirai mai di sorprendermi amico mio. 'Nelle notti di marzo l'acqua del Tevere ancora non assorbe la luce delle migliaia di fanali che da ponte Milvio si sgranano fino a San Paolo:acqua e luci sono divisi da un leggero strato di freddo.' ...'il Sole sbarbaglia la fronte del pischello mio che sta tutto sderenato sotto una colonna di San Pietro'...Magari posto qualche ricetta in francese..non so fare di meglio al momento..

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  6. Ciao sorella....be io non ho pensato alle banane ,ma ad una persona con cui ho un alchimia strana......hai presente un uomo che ti fà godere con la mente e poi con il corpo ...quindi prima il tuo ottimo dolce e per secondo qualcosa di stuzzicante :) hiihihihih
    Un abbraccio Max

    P.s non sono riuscita a trovare parole migliori ...questa sera sono un pò spenta :)))

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  7. ..ehm...no..non me ne vogliano ma proprio mi manca da un pezzo un uomo così o forse,peggio mi sento,non c'è mai stato.Tant'è son sola.Che se l'avessi incontrato,per sbaglio eh!,un uomo così..ti pare che non avrei fatto i mostri per tenermelo al fianco?...vabbè..arriverà...forse...spero... ;-)

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