lunedì 19 settembre 2011

Petto di pollo ai fichi settembrini



"Verrai con me"-dissi- senza che nessuno sapesse dove e come palpitava il mio stato doloroso,
per me non v'era garofano né barcarola, null'altro che una ferita aperta dall'amore.
Ripetei: vieni con me, come se morissi,
e nessuno vide sulla mia bocca la luna che sanguinava,
nessuno vide quel sangue che saliva al silenzio.
Oh amore dimentichiamo ora le stelle con spine!
Ma quando udii che la tua voce ripeteva "verrai con me"
-fu come se scatenassi dolore, amore, la furia del vino incarcerato,
che dalla sua cantina sommersa salisse
e di nuovo nella mia bocca sentii un sapore di fiamma,
di sangue e di garofani, di pietra e bruciatura. 
(Neruda)

Vi va il pollo?
Acquistate dei petti di pollo...tagliate cartilagini, grasso, ossicini vari,tagliateli a pezzetti ed infarinateli.
In una padella fondete il burro senza farlo spumeggiare e fate dorare il pollo qualche minuto a fiamma viva mescolando continuamente in modo da cuocerlo uniformemente.
-Gli avverbi: la mia passione!!!-
Bagnate il pollo con del vino bianco e lasciate che sfumi poi aggiungete il brodo vegetale.
Sbucciate i fichi, tagliateli in 4 parti ed aggiungeteli al pollo, salate, pepate, abbassate la fiamma e lasciate cuocere ancora 10 minuti girando di tanto in tanto.
Nel frattempo mondate il sedano, togliete i filamenti, tagliatelo a rondelle; lavate e tagliate finemente anche l'erba cipollina poi condite con questa e col sedano il pollo cotto e spolverate con del pepe fresco di macinino.

(Ps: andrò a prendermi il libro di Tobino.)


Noi siamo liberi, liberi di volare, liberi di sbagliare, liberi di sognare, siamo liberi, liberi, liberi di non ritornare.
Noi siamo i difficili: fatti 'così'. 
Siamo quelli delle illusioni, delle grandi passioni, abbiamo frequentato delle pericolose abitudini e siamo vivi quasi per miracolo grazie agli interruttori: NOI SIAMO LIBERI...

2 commenti:

  1. Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
    giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

    Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
    bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
    proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
    sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
    all'errore e ai sentimenti.

    Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
    lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
    sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
    consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
    non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
    chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
    giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

    Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
    fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
    chiedono qualcosa che conosce.

    Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
    richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
    respirare.
    Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
    felicità.

    (P. Neruda)


    Bella vero? Avrei voluto scriverla io.
    E anche tu credo.

    Flaviano.

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  2. ...noi però pazientiamo!!! :-) Sai, ti dirò come mai...giro ancora per strada, vado a fare la spesa, ma non mi fermo più a cercare qualcosa...sono un'altra da me stessa...sono diventata questa senza neanche accorgemene, ora sono qui che guardo...che mi guardo crescere le mie nuove consapevolezze...sai, ti dirò come mai...

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