lunedì 7 novembre 2011

Splendido


e non sai più chi sei, che farai e non puoi nasconderti, no: non puoi quando arriva l'amore a salvarti la vita
arrenditi, è inutile: tu non puoi fermare le maree o la grandine, un fulmine, questo uragano sta urlando per te
splendido
ti perderai per rinascere ma viviti tutto ora che puoi


Così: mi son detta 'adesso scelgo un pezzo a caso dell'ultimo album dei Negrita e me lo sento...poi decido se prendere il ciddì'...occhei m'è capitata questa

non vivi da due secoli, non ti ricordi più, non sai cosa provare, ti guardi e non sei tu:
arrenditi è inutile...
ti perderai ancora...

danger danger danger
bhè al concerto si poga!!!

3 commenti:

  1. ...noto che vai avanti nonostante i tempi durissimi!! ..sei di un'altra "pasta".............
    ottimo..

    le tue giornate sono piene per gli altri, è una soddisfazione enorme, grazie piccola donna.

    dardadi

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  2. ...per quanta resistenza possiamo opporre,per quanto possiamo sforzarci di rimanere in equilibrio lungo il baratro delle emozioni, tra opposti che si alternano, siamo già dispersi...e forse "l'incontro" sarà possibile quando impareremo ad arrenderci...

    una simile

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  3. :-))))))))))))))) Siete due delle donne che più sento vicine. Una m'ha generato, l'altra -ciao mia simile!Ti faccio un inchino come un cavaliere davanti ad una dama meravigliosa ché sei preziosa :-)- è stata un bellissimo regalo che la vita mi ha fatto: frutto di un incontro fortuito. Le pause pranzo condivise, i sorrisi, la complicità, la bellezza dell'essere consapevoli e donne...i libri...il freddo...quello che non passa, il dolore che dentro squarcia e rimbomba senza sosta l'eco di cazzotti presi non solo in faccia non solo dal vento in inverno.
    Quando stacco alle 20 da Innocenzo...me ne torno a casa a piedi...cammino cammino...faccio km a piedi...stamattina in piedi già da prima dell'alba con poche briciole di sonno all'attivo me ne sono andata al mercato a Boccea e ho preso dei marroni (che devo farci 2 robine super!)...l'altra sera camminavo con Giorgia nelle cuffie, in salita verso il monte su cui abito vedevo i bus passare e ad ogni fermata andavo oltre...coi reni a pezzi, indisposta, stanca, dopo oltre 12 ore di lavoro, provata, eppure andavo andavo andavo come per inerzia...e che sensazione unica sapere di poter contare sulle proprie gambe...e poter scegliere...di andare...osservavo il profilo della pineta Sacchetti buia...e un metro dopo l'altro ridevo e piangevo insieme ché la fregatura è dietro l'angolo(e ne so qualcosa ma non apro la parentesi ché ancora son troppo indignata-questa è in codice ma ad un buon intenditore non servono parole...ché una è poca e due sarebbero davvero troppe nella fattispecie-)ma se non si rischia...véro...Chissà che prima o poi non vada anche io a Parigi...sembro Flaviano...due lavori e a casa a piedi di sera per conoscere il buio...ché quando gli occhi si abituano...non fa più paura...

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