martedì 15 febbraio 2011

J'adore Trish Deseine


...ebbene sì: m a n z o brasato alla G u i n n e s! Intanto, sentiamoci questa...
Per 8 persone ho preso 1 chilo e mezzo di manzo da brasato-cioè quello che ho trovato!!- tagliato in pezzi...poi mi sono armata di: (certo che scritto così sembra ch'io faccia puntualmente la guerra anche in cucina!)
-60 gr di guanciale
-3 carote
-3 cipolle
-4 cucchiai di farina
-1 lt di brodo (di carne)
-600 ml di Guinnes (dell'altra la si beveva durante la preparazione véro...)
-30 gr di burro
-olio evo q.b. 
-odori 
-sale&pepe (alla creola)

Preparazione:
Fate soffriggere in una casseruola dal fondo spesso cipolla e lardo nell'olio unito al burro poi aggiungete la carne.
Lasciate rosolare un po' poi cospargete il tutto di farina e fate cuocere un minuto.
Fate raffreddare qualche minuto prima di versare brodo e birra. Amalgamate e portate ad ebollizione e continuate sempre a mescolare infine aggiungete la carote tagliate a rondelle ed il mazzetto di odori -quest'ultimo prima di servire dovrete toglierlo!-.
Coprite e fate cuocere due ore affinché la carne diventi morbidissima. Se occorre, ultimata la cottura, salate e, volendo, pepate. Si può accompagnare con delle patate cotte al vapore o, meglio, del purè.
Vorrei 'rispondere' -neanche troppo 'piccata' ché non è cosa véro- ad alcune affermazioni di poco conto sentite qua e là -più là!- ora: occorre dare a tutti il giusto peso e qui parliamo di piume...parole di vento al vento. Ecco. Mi potrei anche fermare però poiché insistono quanto meno si può, se non replicare, almeno esprimere il proprio dissenso. Lo farò in questi termini:
meglio tendenze politiche radicali, a mio avviso, che tendenze di altro genere- leggasi semplicemente: tutt'altro che P O L I T I C H E- specie quando scadono nell'arrivismo e nell'esibizionismo a tutti i costi (OPS!...mai espressione fu più azzeccata!). 
Inoltre credo fermamente che buongusto, raffinatezza ed eleganza possano anzi siano peculiarità appartenenti tanto a donne 'proletarie' quanto a donne 'altolocate'.
Questa continua, stancante, vecchia e poco rispondente al vero, idea della donna di sinistra come una strega vestita di stracci con tanto di pidocchi -ricordo che: per trovarseli in testa occorre avere una cute moooolto pulita!- e borse di stoffa millerighe, con l'incenso in mano e le cavigliere d'argento coi sonagli per evitare lo sterminio delle formiche, la scarpa di pezza e soprattutto maleodoranti necessariamente coi rasta...insomma via...non ci crede più nessuno! Evviva se ce ne sono ancora:
E V V I V A E V V I V A E V V I V A E V V I V A E V V I V A! 
Aggiungo un posto a tavola? ;-)
Via: anche le donne di sinistra vestono Fendi -forse acquistano pezzi di seconda mano nell'ottica del riciclo, è tanto svilente? E' forse un'aggravante?- e indossano gioielli sudati col proprio lavoro d'operaie, commesse, lavoratrici autonome con contratti semestrali Co.Co.Pro ad esempio...chi si vuole accompagnare con politici e calciatori lo faccia pure purché abbia la decenza di tacere e non la presunzione di saper pure (pure) governare.
Che poi 'governare'...fa tanto bestiale e in effetti...
'Altro' che non sto nemmeno a sindacare, non mi interessa in questo momento, però che almeno queste donne similborghesi -false come l'ecopelle!- o aristocratichetutted'unpezzo (no perché forse ci si sentono mica lo sanno che per far parte di quella ristretta cerchia ce ne vuole!), mostrino le loro vere inclinazioni: 
basta saperlo che preferiscono lavorino tutte le altre donne! 
E tornando ai gioielli...bhè io stimo tutti gli uomini che curano e rispettano le proprie compagne e che tutto ciò che regalano loro se lo guadagnano con un lavoro VERO che purtroppo li costringe fuori casa per delle ore a svolgere compiti di responsabilità o mansioni di fatica, di estrema fatica. 
Evviva quindi il sudore che puzza meno di tutte le menzogne che ci costringono ad ascoltare.  
Sono molto avvilita per le accuse mosse da chi ignora la flora di cui parla. 
Mi han dato dell'ipocrita, della borghese finta anticonformista, radical-chic in una sola parola. Anzi due...è un binomio!
Allora io prenderei parole in prestito: 
La storia siamo noi, nessuno si senta offeso,
siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,
questo rumore che rompe il silenzio,
questo silenzio così duro da masticare.
E poi ti dicono "Tutti sono uguali,
tutti rubano alla stessa maniera".
Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera.
Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone,
la storia entra dentro le stanze, le brucia,
la storia dà torto e dà ragione.
La storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere,
siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere.
E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia)
quando si tratta di scegliere e di andare,
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti,
che sanno benissimo cosa fare.
Quelli che hanno letto milioni di libri
e quelli che non sanno nemmeno parlare,
ed è per questo che la storia dà i brividi,
perchè nessuno la può fermare.
La storia siamo noi, siamo noi padri e figli,
siamo noi, bella ciao, che partiamo.
La storia non ha nascondigli,
la storia non passa la mano.
La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano.

5 commenti:

  1. ...che bello sei..tornata!!! e qui devo stare attenta..perchè una volta gridavamo:"....le streghe son tornate..." che stupende le piazze di domenica 13 febbraio...in questi anni, noi donne abbiamo spesso sbagliato dando troppe cose per scontate, brava piccola dobbiamo tornare a rimboccarci le maniche..e lavorare tutte insieme..il mondo..no la terra è al femminile!!!

    dardadi

    ottima ricetta!

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  2. Amo il brasato...e Amo le donne...quelle oneste...mia moglie più di tutte!!!

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  3. ma quanto è vero...la storia siamo NOI ma proprio NOI e la facciamo tutti i santi giorni....anche per i finti sapienti (loro pensano di esserlo)...grazie fenice ;-)

    stefano

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  4. Eh! Anch'io amo il brasato, gli uomini e le donne -in egual misura!- ma soprattutto la gente onesta. Credo che ognuno possa disporre di sé, dei propri spazi e del proprio tempo, come meglio crede purché non leda gli altri. Questa collettività di cui volente o nolente ci si trova nel mezzo...Con le parole di Roth tentavo, qualche post fa, di far capire il mio punto di vista che non è quello di una moralista 'bacchettona' bensì quello di una donna libera, serena, spero giusta. Credo che ciascuno possa nella propria sfera privata fare, frequentare, cosa/chi ritiene opportuno mantenendosi nella massima legalità. Indipendentemente dalla carica politica o dal ruolo sociale, più o meno riconosciuto, non condivido gli atteggiamenti, nonché i goffi tentativi -ormai mi auguro vani!-, di quanti spopolano,loro malgrado, su quotidiani/tg e quant'altro. Credo che una minorenne debba essere tutelata, più di altri/e, con le dovute modalità, credo che di gente in difficoltà -per di più giovani donne- ce ne sia tanta e che il criterio della bellezza non sia sufficiente (!!!!) né corretto -in termini di uguaglianza- per decidere chi aiutare e chi no, tantomeno per decidere a chi affidare una carica che investe un soggetto di autonomia decisionale o comunque potere. Credo soprattutto che occorra poter eleggere una classe politica alt(r)a magari (magari!!!) composta in gran parte da donne. Credo che l'orientamento politico, ad oggi, alla luce di quanto sta avvanendo in un paese distrutto, messo in ginocchio, non ha più valenza alcuna: bisogna necessariamente educare al rispetto massimo dell'altro chiunque esso sia. Le donne, qualora colte -tutte uscite dalla Bocconi o quasi- complici della carneficina che le vede coinvolte-parrebbe quasi e sottolineo il 'quasi'!- vittime, sono, secondo me, colpevoli due volte. Se si avesse un minimo di rispetto per l'Italia dovrebbero nell'ordine: dimettersi quanti scaldano le poltrone aggravando di continuo -in un crescendo sempre peggio- la situazione attuale del nostro bel paese e rintanarsi in casa invece che andare in giro per locali più o meno vestite a far comparse da meteora le ragazze invischiate nella faccenda. Un fatto di buongusto, lo stesso buongusto di cui parlavo nel pomeriggio: il buongusto di una dalla borsa in stoffa millerighe con le scarpe di pezza -non necessariamente griffate-, il buongusto di una che gira ancora con una fiat e che si ferma quando il semaforo è rosso, il buongusto di una che compra e pela un sacco di patate, il buongusto di una che ha un uomo che per regalarle un anello va a lavorare, il buongusto di una che domattina si alza alle sei per andare a lavorare, il buongusto di una che viene pagata dopo tre mesi e deve pure fare la riverenza, il buongusto di chi ha avuto un padre che s'è sacrificato per farla studiare e laurearsi, il buongusto di chi pur lavorando con contratto semestrale a progetto continua a sperare che un giorno si potrà creare una famiglia senza ritrovarsi disoccupata perché incinta. Viva l'Italia: l'Italia che resiste.

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  5. Volendo puntualizzare: chi/cosa...rigurdavano rispettivamente frequentare (CHI) e fare (COSA).
    Per me, 'chi'/'cosa' hanno significati diversi...non so se mi spiego...è una roba estremamente profonda...forse occorrerebbe ricominciare dall'ABC...voi, che dite? ;-)

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