sabato 24 aprile 2010

Blanc et lilas: la Closerie


Ebbene sì: era la mensola dei miei sogni e me la son fatta! L'accostamento bianco/lilla è sempre stato uno dei miei preferiti ed ora eccolo qua! Pronto per vestire di nuovo, di fresco, di primaverile la mia nuova cucina!
Intanto vi linko il sito della Closerie giacché non mi invento mica le cose...


Per ottenere questo effetto qua non bisogna faticare molto ma armarsi di santa pazienza e di un minimo di tempo. Lo shabby chic, Rachel Ashwell è colei che ha inventato lo stile dell'oggetto logoro ma elegante, può anche non piacere: c'è chi ama il tatami e chi il baldacchino...vogliamo farcene una colpa? ...del resto de gustibus non discutandum est!
Allora, siccome lo adoro ed ormai lo san tutti, avevo delle mensole datate di questo colore qui...


...che volevo trasformare in qualcos'altro! Così, ho comperato un colorante all'acqua -color wengè- e le ho dipinte, dopo averle carteggiate con cartavetrata a grana fine (400 per l'esattezza), rendendole completamente diverse...ora vi mostro...


...bon...poi ho passato della cera, frutto di una candela ammorbidita con la fiamma dell'accendino, sulle parti che avrei successivamente scartavetrato (con una grana 320) una volta asciugatosi il bianco (acrilico bianco per legno), nei punti di maggior usura del mobiletto...angoli etc...


...che dite, vi piace il risultato?
Marta, tu che sei ferrata in suddetta materia...che mi dici?


...aspetto commenti... :-) 
PS:...siate clementi se no: 
a) mi deprimo; 
b) mi affligo;
 c) mi blasto...
...e poi era la mia prima volta!!!

giovedì 22 aprile 2010

...e poi la rottura!!

...e menomale che era predisposto! Lo sapevo: avevo questo sentore, tutt'altro che vago, che il mio vaso -quello voluto dalla prima volta che l'ho visto e che dopo 1 settimana ho comperato dopo l'ennesima passeggiata fuori con Piero- BIANCO, l'ultimo -e ci tengo a sottolinearlo: l'ultimo!!!- si è rotto: non ho fatto in tempo a lasciarlo due ore sul tavolo. Mio padre ha provato a forarlo laddove c'era il pezzetto tenero, come si chiama?, e una volta tornata a casa, l'ho trovato incollato...e menomale che la tipa che me l'ha venduto mi ha detto che era predisposto. Ora sono io a non esserlo più...e va bhè che può succedere, ma cristo tutte a me? In compenso ho riappeso una mensola...non potevo stare con decine di spezie parcheggiate sul tavolo...ed ho imbiancato l'altra...ora esco e raschio...vediamo se mi viene questo effetto shabby...se no povero colui che incontro come metto piede fuori casa: il capro espiatorio della mia ira! e sì che ce n'ho in abbondanza. Ah...ho anche carteggiato un'intera -e per forza!- scala...tolti i guanti di lattice e consumata la carta...ho trovato finite pure le unghie...mi prudono proprio le mani...vado che è meglio...passo la cera tolgo la cera...passo la cera, tolgo la cera...lacera...lacera...lacera...

mercoledì 21 aprile 2010

Tra una destrutturazione ed una ristrutturazione...

...mi spiego meglio! Il classico blog enogastronomico, per quanto io mi impegni, non mi lascia spazio per parlare sciorinare ciò che penso, faccio, sono...quindi ho ripreso la linea originaria del blog personale.
Ora...fintanto che non avrò le chiavi in mano, non voglio espormi più di tanto, fatto sta che Zucca prevede di cambiar casa. Zucca sarei sono io. Ebbene sì. Quindi...ho pensato di fare un restyling ai miei cari vecchi mobili. Molto cari, qui si parla d'affetto che pensavate!?, e molto vecchi. Vecchi al punto da poter esser considerati quasi vintage. Dalla cucina Snaidero di una volta a robe varie. Così dalle cantine riemergono, come per magia, vecchi attaccapanni anni '60, testiere del letto anni '70, cianfrusaglie varie tipo tavolini con zampe scolorite...marmi senza piani...scale semirotte...bon!
Meglio di così si muore diremmo noi sarcastici. In effetti mi stavo alquanto deprimendo all'idea di dover abbandonare le illuminazioni iniziali vedi il letto a soppalco dell'Ikea per cui stravedo. Però...e c'è un però: come sempre nella vita! Però c'è anche che io sono un'artista e che non mi piace vincere facile. Se le cose, tutte, non me le sudo, non me le godo. Così, acquistata casa chic in edicola, visto che amo lo shabby e lo stile provenzale nonché i colori pastello ed il legno, e che dai miei ho preso quanto hanno di buono hanno rispetto a creatività e manualità (per chi non lo sapesse già mio padre è un pittore nonché restauratore uscito dalla scuola d'arte e mia madre è una mattacchiona piena d'inventiva che riuscirebbe a far diventare originale anche un vaso rotto...una contadina con l'eleganza innata...una donna da bosco e da riviera) -ammazza 'sto periodo quant'è lungo: si vede che li amo eh?!- ho deciso di mettermi all'opera. Così ho accettato di buon grado tutto ciò che è venuto, senza perdermi d'animo...oddio...il ciclo c'ha messo il carico...ma ora è rimasto solo il mal di reni! Nonostante questo sia uno dei periodi più brutti della mia vita: immagino Tweed e lo ricordo osservarci mentre la scorsa estate dipingevemo tutti, alternandoci, il cancello della campagna. Adesso me lo vedo qua fuori mentre spennello mensole e quant'altro. Ho la sua medaglia attaccata al collo. Sò che amava questo mio modo, perfino ironico se vogliamo, di prendere la vita. Vasco mi ha insegnato che alla fine va bene così. Così, senza più una lira in tasca, ieri mi sono limitata a prendere una pennellessa e la carta vetrata. Ho staccato le mensole di 35 anni fa della cucina, le fece fare mia madre da un collega di lavoro, e le ho carteggiate. Questa mattina, dopo la passeggiata -all'alba- con Macchia, la belva divoratrice d'immondizia, sono passata dal ferramenta fornitissimo dietro casa dove un ragazzo gentilissimo (rinominato "il mio salvatore") mi ha venduto, dopo aver ascoltato attentamente le mie richieste improbabili, anche un colorante ad acqua (l'ho preso color wengè dopo decine di ripensamenti) ed un'altra pennellessa più grande. Oggi grazie al baby sitteraggio racimolerò quel po' che mi occorrerà per prendere un aperitivo in serata per festeggiare con un amico vicino di casa i nostri trasferimenti -ebbene sì: Prati perde un cavallo ed un alfiere in un colpo solo!- e per passare domattina di nuovo dal ferramenta (non mi servono per il dazio!) per comperare la tinta vera e propria. Bianco e forse celeste tenero (il più somigliante, se non proprio lo stesso!) a quell'azzurro tipicamente provenzale. Poi mi butterò anche sul grigio e sull'avorio...un po' per volta: non abbiate fretta!
E' arrivata l'ora di mettere alla prova la mia manualità...i miei gusti -altamente raffinati, li sentite i botti?- non mi consentono nemmeno di entrare da Blanc d'ivoire, da Zara o da Flamant-Blanc des dunes... quindi...faccio da me ciò che dovrei acquistare con fior di quattrini! Ho già una scala...recupero...si chiama così...si prende roba rotta e sebbene non si aggiusti...si crea un nuovo stile...una sorta di rinascita che conferisce ad un oggetto inanimato ed in disuso, un aspetto meraviglioso nonché un'utilità. Così avrò una libreria/scala, un porta pantaloni/asciugamani/scala....vecchie stecche diventeranno cornici...se trovo remi e timoni ne farò lampadari. Continuano a deridermi, a dire che la mia casa sarà un emporio, che il parquet di rovere bianco è impossibile da mantenere pulito, che la doccia in vetro cemento non si può guardare...scherzano i cazzoni: mica lo sanno cosa gli combino! Neanche se lopossono immaginare! E tutto solo perchè ho parlato di una cariola! ...va bhè...questa ve la spiego un'altra volta...adesso vado che devo pitturare la parte posteriore delle mensole...poi esco...i miei cani mi aspettano...nel mentre fantastico pensando a quando potrò fare un bel bagno nella vasca coi piedini e dormire sul letto a baldacchino come fossi Sherazade...ma questa è un'altra storia...ve la racconto domani...l'importante è ricordare che non esiste una donna uguale ad un'altra e gli uomini che pensano il contrario sono affetti da una malattia incurabile...
Così come, del resto, case e mobili si comprano...mentre estro, eleganza, dignità...no. Insegnamento numero 1 della vita: fare di necessità, virtù.

lunedì 19 aprile 2010

Easy toast


Quando di voglia proprio non ne hai puoi sempre farti un toast...o qualcosa che gli assomigli! Dopo aver bruscato una fetta di pane casereccio, rosolare appena una fetta di crudo, cuocere un ovetto di quaglia ad occhio di bue...stratificare e mangiare...al massimo ci si può macinare del pepe nero.

mercoledì 14 aprile 2010

Torta di pane alla maniera di


Un manierismo, piccolo, goloso, che ha riscosso un aspettato successo nei dì di Pasqua. Si è fatto largo tra colombe e uova conquistando tutti...vi riporto il link per trasparenza e per pigrizia...non c'ho voglia di riscrivere para para una ricetta! Per la preparazione non c'è molto da dire se non che la troverete proprio sbirciando da Alessia! :-)

lunedì 12 aprile 2010

Patatine novelle


Della serie super easy poiché manca il tempo di mangiare figuariamoci se ne avanza per cucinare! Così si possono comprare delle patatine novelle (a me piacciono tantissimo!), lavare ed asciugare, ricoprire il fondo di una terrina con del sale grosso -se volete aggiungete delle spezie- che farà da letto alle patatine, distribuirci quest'ultime sopra, buttare un po' di rosmarino qua e là ed infornare...a 180° va bene...vedrete la buccia diventare una crosticina rugosa...a quel punto occorrerà una prova forchetta/stecchino per verificare la cottura interna poi potrete divorarle!

sabato 10 aprile 2010

Quando zia Benni ti dà una mano

Sono tornata dopo aver dato degna sepoltura la mio cane. Come ho rimesso piede in casa mi sono diretta alla busta senza neppure spogliarmi, ho preso i giochi e la copertina col guinzi ed ho lavato tutto. L'oblò della lavatrice gira ed io sebbene sia distrutta sento di volermi lavare e rimettere in piedi. Sento di voler vedere le sue foto, di pensarci. Di andare a cena, chissa magari dal cinese, stasera e presto di tornarlo a trovare. Sono stata accolta in casa di una zia che non sapevo di avere. Quella che potrebbe la zia di chiunque, sapete?
Una signora fichissima e bella, energica come solo certe donne con quella tempra sanno essere, instancabili, che mi ha coccolata da ieri notte a stamattina con discrezione. Avendo cura di farmi trovare pronta la cena, zuppa di fagioli -anche ad Amatrice fa freddo- e abbacchio, per finire crostata. Così come stamattina ho trovato la tavola imbadita come farei io ogni giorno se potessi, se avessi il tempo, con burro, pane, dulce de leche fatto in casa, marmellata, crostata, cioccolata, cereali, fette biscottate, spremuta d'arance, latte caldo, acqua per il tè, più tipi di tè tra cui scegliere, caffè, miele, yogurt. Uno spettacolo, qualcosa di emozionante e dio solo sa quanto ne avessi bisogno. Quindi grazie a Benni a cui ho lasciato scritta una dedica sul taccuino dei visitatori. Mi sono svegliata tra i monti dopo aver trascorso una notte a rigirarmi nel letto, madida di sudore e poi a parlare e piangere con chi come me è affranto per questa perdita. Ma stamattina splendeva il Sole, c'erano le oche, i cigni, i cavalli, i cani, i gatti, le lucertole -ne ho salvata una dalle grinfie di un gatto un po' stronzo...fate voi: s'è rubato 3 bistecche l'altra settimana!- c'erano gli uccelli a cinguettare, c'era tutto quello che la natura mi poteva dare per sorridere, nonostante tutto. Così ho sorriso e ho colto anche dei fiori, ho preso le uova fresche scansando con grazia le galline -la verità è che sono un'impedita punto e basta- e mi sono fatta una bella doccia rinvigorente. La doccia, ma questo anche in Zucca già l'avevo scritto, è una delle poche cose che mi rimette in sesto. La doccia e il caffè. Un tempo ci stava la sigaretta adesso me ne servirebbe un bidone quindi meglio lasciar perdere. Voglio aprire l'armadio ed indossare abiti freschi e puliti, profumati di bucato. Sto facendo più lavatrici, manco le montassi oh!, io che una massaia di professione...anche se la mamma del mio compagno, pur non conoscendomi ancora -stiamo temporeggiando un po'!! :-)- mi ha già definita così dopo aver assaggiato il fondente alle castagne! Ho un paio di ricette da postare, lo farò presto. Intanto vi dico che penso a quanto sono di classe le posate di Zara home color oro...una cosa da sturbo nella semplicità e nell'eleganza. Quanta voglia ho di mangiare pasta e fagioli ancora, ed entro breve perché a Roma è già troppo caldo...cavolo. Intanto si son tutti stupiti del fatto che io abbia scolorito il mio registro...m'è uscito solo un porca puttana  quando stavo scivolando sulle cacche delle galline...'na puzza poi...ma per l'ovetto fresco questo e altro: domattina monto le fruste o me ne sbatto uno a mano...non sò perché (che bugiarda!) ma mi ricorda una scena un po' osé di un film di Brass. Oddio...certo che a rileggerla, detta così...monto le fruste...me ne sbatto uno a mano...sembra che io sia tipo da Degrado...no, fermi tutti: mi riferivo alla colazione!! Se vi state chiedendo come mai conosco il Degrado vi accontento subito dandovi immediatamente una risposta: ci faceva il buttafuori il mio compagno storico, ogni tanto, quando lo chiamavano per la sicurezza nei locali. Non crediate fosse un coglione perché era grosso quel tanto che gli consentiva di fare il buttafuori: è stato un coglione per tanti altri motivi! Quindi sfatiamo subito il luogo comune che vede uomini belli e aitanti come stupidi ed ignoranti. :-) E un cazzo quando è successo qualcos'altro ma per il resto, a meno che proprio non mi arrabbi, cerco di evitare il linguaggio vivace che mi caratterizzava fino a qualche tempo fa. Ho scritto dei mostri due righe fa...vabbè...passatemela. Adesso sono quasi una signorina: alla soglia dei trenta devo sapermi regolare. A mà: non ride! Sappiamo di chi è il merito di cotanta grazia. Solo colui che avrebbe saputo prendermi sarebbe riuscito a farmi ragionare...per quanto vero...son sempre testa matta...Non crediate che io non pensi a Tweed. Tweed è nei miei pensieri e lo sarà per tutta la vita ogni giorno che campo, nemmeno l'arterioscerosi potrà nulla sul nostro amore. Abbiate pazienza se non vi rispondo ai messaggi o al cellulare  (casa lasciate perdere che c'ho il telefono isolato da 4 giorni), ho bisogno di tempo. Capisco che i miei tempi ed i miei modi non sono condivisibili o concepibili ma adesso non può essere altrimenti. Penso che lui voglia che io faccia tutto quel che devo e quindi da oggi Tweed sarà rinominato Shadow, la mia ombra.
Qualcuno mi ha scritto un commento che mi ha commossa, non che ci voglia molto vista la mia emotività, ma dico toccata nel profondo. Grazie quindi. Guardate, se volete, attraverso questo link dove mi sono sentita rinascere e andate, se potete. Al pensiero che Tweed quando non è stato con me nei fine settimana al Pian del Ciliano, è stato qui, mi sento meglio. Benni, del resto, era sua zia. :-) Era sua zia per davvero.
Ringrazio chi, col suo solito modo, ha consolato me quando dovevo esser io a consolarlo. Certe volte si pensa erroneamente che le persone siano ciniche o bastarde quando in verità regiscono solo in modo differente dal proprio. Il distacco, mi correggo: l'apparente distacco può non esserlo affatto e per quanto possa infastidire (a me fa proprio incazzare comunque: anche se è apparente e basta) può essere un modo di metabolizzare. In questi due giorni tutto ho visto fuorché il distacco: ho visto cazzeggiare una persona sofferente, in mezzo alla gente, per non appesantire gli animi di chi forse (purtroppo per loro) non avrebbe neppure capito il nostro dolore, ma nei momenti di solitudine, quelli in cui mi si deve guardare per forza in faccia, ho visto e sentito e condiviso tutta la sofferenza. Ho visto, chi non mi aspettavo mollasse tutto, -il giorno prima di un grande evento mondano che lo vede protagonista- mollare tutto, mandare tutti a cagare, piangere, disperarsi, montare in macchina e guidare con tranquillità per ore e per una volta mi sono sentita in imbarazzo io perché il mio telefono squillava più del suo. Ed ho capito il perché di tante cose. E questo perché e queste cose mi stanno tutte bene. Quindi anche stavolta ho imparato molto dall'esperienza e dalla vita. E adesso mi cambio, raggiungo il mio uomo e vado a cena. E Benni cucina da favola: sappiatelo!

giovedì 8 aprile 2010

Quando speri che non sia finita qui

Stamattina sul desktop, come ho acceso, c'era una foto che ho scattato al mare. Neanche a farlo apposta. Certo, lo sapevo che né lui né io saremmo stati Mc Laud -che poi io Highlander non l'ho manco mai visto- ma che sarebbe andata così non l'avrei mai pensato. Il mio cane non ce l'ha fatta. C'ho la morte dentro. Non riesco a smettere di piangere. Puro e semplice egoismo perché adesso sò che non lo rivedrò mai più, che non mi darà la zampa, che non sentirò i suoi rumori di quando gradiva la pappa, né i suoi ruttini, non sentirò più le sue puzzette e non correremo più insieme. Non nuoteremo più insieme sebbene lui nuotasse da paura ed io così così e, come se non bastasse, visto che lui lo sapeva, pensava sempre che stessi affogando e veniva a salvarmi riempiendomi di unghiate pari a sfregi che poi col Sole le cicatrici restano ma a me non è mai importato- e non giocheremo più con la palla alla Mole e non andrò più a portarlo e riprenderlo dalla toletta dopo il bagno. Gli ripetevo sempre "Mon chien sei il più bello del mondo lo sai sì? Sì che lo sai!" E mi guardavo compiaciuta l'ammirazione della gente, rimanevano tutti inacantati quando passavamo noi, due esseri in simbiosi, bellissimi. Chiunque di fianco a lui diventava bellissimo. Adesso ci sentiamo tutti merde. E quella sua fossetta sul dorso, lui gongolava ed il pelo si spostava sempre lì. E perché quelle vertigini sulle chiappotte? Quella dentatura perfetta. Quella coda sempre da curare, così come le orecchie che si faceva medicare solo da mia madre. La mia vita, lui. Quanto mi piaceva lavarlo in campagna...faceva sempre il vago dopo essere stato insaponato e tentava di allontanarsi! Mi toccava riacchiapparlo al volo per sciacquarlo. Ho tutti falshback vividi nella memoria. Il mio cane. Lui che poi correva a rotolarsi nell'erba, nella terra in verità, e si risporcava tutto e io che stavo lì, a far finta di incazzarmi dopo aver penato tanto per lavarlo!, ero felice che facesse così. Il mio spirito libero ed il suo sono già in faggeta insieme. Lui, l'unico che c'era quando ero sola, e per sola intendo sola, senza il mio ragazzo storico (che mi ha fatto disperare per quante me ne ha combinate), senza l'appoggio dei miei, senza amiche (mi tradiva con loro), senza amici (avrei rischiato in momenti di estrema debolezza di tradirlo con loro), quando non avevo che il piumone caricato in macchina -perché a Soriano in inverno è freddo, fidatevi, e la casa appena presa non aveva ancora i riscaldamenti- con me c'era lui, mi aggrappavo a lui e mi scaldava il suo corpo, quel suo pelo d'oro, il suo fiato. C'era lui a sentire le mie stecche in macchina, c'era lui ogni volta che guardavo dallo specchietto retrovisore, a quanti semafori rossi mi sono incantata ad osservare il suo profilo. E l'ho visto ingelosirsi, perchè io son sua, e litigare per aver fatto feste ad un cane che passava mentre ero lì ad amoreggiare con lui. C'era lui a togliermi il cellulare dalle mani quando buttata in terra gridavo nel microfono. Vi giuro c'è stata una volta che mi ha tolto il telefono e mi ha portato la palla. Volevo sprofondare ed invece per il suo gesto mi sono alzata e sono uscita a portarlo fuori. All'inizio non è che gli piacessero molto i gatti, poi ha cominciato a viverci d'amore e d'accordo, vi dico solo che il gatto Red gli dormiva addosso. E ieri, ieri che stremato non riusciva più quasi a respirare -ieri che era solo perché il mio compagno del tempo non se l'è sentita di venire e sinceramente io capisco che cosa gli passasse per la testa- e stava male c'ero io. Io che non mi sarei staccata da lui manco se fosse venuto giù il palazzo, io che l'ho accompagnato e sono rimasta fino all'ultimo, io che me lo son visto morire tra le braccia. Non riesco a smettere di pensarci e di piangere, non ho chiuso occhio, non sono riuscita nemmeno a finire la minestrina ieri sera. Alle 21.30 mi sono alzata, dopo un crollo mostruoso con la testa in pappa e in preda ai conati, ho pensato che per prendere un analgesico dovevo mangiare. E' passata quasi un'ora stamattina da quando ho messo a bollire il latte e acceso sotto al caffè, ormai si saranno freddati, io non riesco a mettermi lì e mangiare. Vorrei solo dormire per tre giorni di fila. Invece oggi, credo, ce lo andremo a prendere.
Lavare la copertina e il guinzi sarà uno strazio, mi guardo la busta e mi attacco ai muri. Oddio che brutto, scusate ma sto veramente male. Eppure sono qui a mettere nero su bianco tutto questo per più di un motivo. Perché condividere aiuta, perché chiunque stesse passando lo stesso, si fa per dire, mio dolore si sentirà meno solo, anche se saprà di esserlo, perché non rincontrerò mai più quel ragazzo che ieri alla clinica mentre scendeva con la sua bellissima gatta bianca mi ha guardata negli occhi, mi ha messo una mano sul braccio e mi ha detto "mi dispiace". E' stata la persona più rispettosa di tutte: un totale sconosciuto che mi sento di ringraziare col cuore in mano. E per continuare la mia lotta, che spero tutti sposerete, perché finalmente venga fatta una riflessione sull'eutanasia, una riflessione seria che ci permetta di scegliere. Io mi auguro che qualcuno mi ami tanto quanto ho amato Tweed, che mi porti a morire, che mi aiuti a morire quando starò così male. Quando non riuscirò più a bere né a mangiare. Quando vomiterò e sarò piena di metastasi in ogni organo. Quando uscirà solo il sangue dalla mia bocca e mi gonfierò. Quando faticherò a respirare con tutto che sono Daria. Quando le gambe non mi reggeranno. Vorrei che ci fosse qualcuno che ad un mio sguardo capisse che la mia ora s'è fatta e che voglio solo morire. Ma in questo paese non è permesso morire con dignità così come non ci è permesso vivere con dignità. Adesso, passeranno i giorni ma non diminuirà il dolore che sento dentro. Anzi. Ogni golden che vedrò sarà una stretta al cuore. Mia stanotte ha dormito con me, ha tentato di vegliare sul mio sonno, poverina, non ho fatto dormire nemmeno lei. Non si è ancora alzata dal letto. Fiero son due giorni che non riceve le giuste coccole, è vero pure che ieri mattina m'è volato sull'armadio e per prenderlo ho fatto i mostri, tipo comiche. In pratica potreste portare i vostri bimbi a casa mia: è una sorta di zoo. Quel che trovo accudisco e amo. Adesso devo farmi forza e prendere coscienza del fatto che ho agito secondo i miei principi. Che ho fatto tutto quel che potevo per non farlo soffrire. Che devo fare colazione e lavare la copertina. Non la laverei se non fosse che è da lavare. Ieri, in clinica sono andata in bagno e ho odorato le mani che fino a due minuti prima l'avevano stretto ed ho pensato, cosa che avevo anche detto dentro, che aveva l'odore più buono del mondo. Penso che sono proprio sola adesso. Lui era il mio migliore amico. Nessun uomo, nessun altro cane ha condiviso sofferenza, gioia, cibo, letto, acqua, tempo con me come ha fatto lui. La cosa più bella che m'ha dato la vita, la purezza dei sentimenti. Sono andata di là e ho riacceso sotto al latte, adesso proverò a fare colazione. Ho accarezzato Mia e giocherellato insieme a Fiero, perché sono stata fortunata alla fin fine, la vita mi ha fatto trovare anche loro, tutti e due per strada. Adesso devo pensare a loro. E posto questa, per chi ha visto la donna che sono e sarò. Alla mia stella lassù.

Quando quasi inizi a pregare

E poi succede anche così. Che ti ritrovi da sola, a casa, la tua vecchia casa sempre più piena e tu sempre più vuota. Succede che diagnosticano un tumore al tuo cane e che lo vedi smettere di mangiare. E di bere. Poi lo vedi bere e poco dopo vomitare. Non si lascia più quasi toccare e stranamente, quasi paradossalmente, si lascia curare dal suo nemico numero 1: il veterinario. Così, succede che aspetti, perché il tumore sembra non progredire. Ti dicono che dovrai muoverti alle prime avvisaglie ma fintanto che il cane "sta bene", vista l'età -ma non è poi così anziano- è sconsigliato agire. Così non abbiamo agito seppure il male che lo sta divorando ha consumato ancora prima che i suoi organi, i nostri nervi. Tra mezzora vado a prenderlo, e con un mio compagno d'altri tempi, lo porto in clinica. Abbiamo deciso di tentare comunque l'operazione. Il cuore è debole, ce lo hanno già detto. Sapete no, com'è quel gesto di mettere le mani avanti. E ce ne staremo lì, sperando che quella pompa non ceda all'effetto dell'anestesia, che tutto venga rimosso e che una volta chiuso e sveglio torni a correre -anche camminare andrebbe bene- con me in faggeta o con lui al parco. O al mare con entrambi, a nuotare. Perché è un golden e dio solo sa quanto piace nuotare ai golden. Allora io vado.

martedì 6 aprile 2010

Indizi di colpevolezza?

Ci state facendo schiantare contro un muro a 200 km orari senza possibilità alcuna di frenare o sterzare.
Mi fate un favore personale? Vi prego, quando avrete una quarantina di minuti vedetevi questo video, illuminante, di Travaglio. Con questa legge, ci fottono una volta di troppo.

lunedì 5 aprile 2010

I miei buoni intenti svaniti in un attimo



Seduta sul divano, in un'accogliente casa di montagna, di fianco al camino, davanti alla tv -perché dietro proprio non è il caso!!- ospite di amici e satolla come pochi dopo i vari spizzichini propri del giorno di Pasquetta, pensavo di collegarmi, regalarvi un fiore e raccontare qualcosa.
L'idillio che la mia testolina pensante stava partorendo è stato bruscamente interrotto da un servizio visto al tg. Il racconto era quello di una bellissima meticcia semicucciola cui qualche "bullo" ha dato fuoco, così, per scherzo. "Palla di fuoco", questo il nome con cui è stata rinominata la cagnetta, è scappata, poi, dopo una quindicina di giorni dall'accaduto è stata ritrovata, anzi si è fatta ritrovare. E curare, da una volontaria di un canile. Ancora con piaghe e ferite aperte è stata ripresa dalle telecamere. Ha un orecchio bruciato e nei suoi occhi, nelle sue orecchie basse, in quell'andamento incerto, si può leggere la cattiveria umana. Figli? Figli di chi? Quale genitore può aver partorito e cresciuto tali mostri? Allora, già che siamo costretti a vivere, e sottolinerei a convivere -possibilmente in armonia se proprio non amore- in un mondo che in tanti si impegnano a rendere più merdoso di quel che è, perché non provare a crescere dei figli nel rispetto della nutura e degli altri esseri viventi, umani, animali o vegetali che siano? Giusto per non vedere boschi, gente e bestie continuare a bruciare ancora come ai tempi dell'Inquisizione -leggasi senza motivo- e così, giusto per far trascorrere -a me, nella fattispecie- una giornata di festa senza dover versare un bidone di lacrime perché qualcuno si ricorda di procreare dimenticandosi di educare piccoli mammiferi potenzialmente più bastardi di un cane. Aveva ragione Rousseau, sarebbe da fare un figlio, chiamarlo Emilio e crescerlo lontano, il più possibile, da questa merda.

venerdì 2 aprile 2010

Quando la testa non basta


"Mamma, sono uscita con amici. Sono andata ad una festa e mi sono ricordata quello che mi avevi detto: di non bere alcolici. Mi hai chiesto di non bere visto che dovevo guidare, così ho bevuto una sprite. Mi sono sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il modo in cui, dolcemente, mi hai suggerito di non bere se dovevo guidare, al contrario di quello che mi dicono alcuni amici. Ho fatto una scelta sana e il tuo consiglio è stato giusto. Quando la festa è finita, la gente ha iniziato a guidare senza essere in condizioni di farlo. Io ho preso la mia macchina con la certezza che ero sobria. Non potevo immaginare, mamma, ciò che mi aspettava... Qualcosa di inaspettato! Ora sono qui sdraiata sull'asfalto e sento un poliziotto che dice: "il ragazzo che ha provocato l'incidente era ubriaco". Mamma, la tua voce sembra cosí lontana! Il mio sangue è sparso dappertutto e sto cercando, con tutte le mie forze, di non piangere. Posso sentire i medici che dicono: "questa ragazza non ce la fará". Sono certa che il ragazzo alla guida dell'altra macchina non se lo immaginava neanche, mentre andava a tutta velocità. Alla fine lui ha deciso di bere e io adesso devo morire...Perché le persone fanno tutto questo, mamma? Sapendo che distruggeranno delle vite? Il dolore è come se mi pugnalasse con un centinaio di coltelli contemporaneamente. Dì a mia sorella di non spaventarsi, mamma, dì a papà di essere forte. 
Qualcuno doveva dire a quel ragazzo che non si deve bere e guidare...
Forse, se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei viva...
La mia respirazione si fa sempre più debole e incomincio ad avere veramente paura. 
Questi sono i miei ultimi momenti, e mi sento così disperata...
Mi piacerebbe poterti abbracciare mamma, mentre sono sdraiata, qui, morente. 
Mi piacerebbe dirti che ti voglio bene. Per questo... ti voglio bene e...addio." 

L'e-mail che conteneva questo era accompagnata dal seguente testo: queste parole sono state scritte da un giornalista che era presente all'incidente. La ragazza, mentre moriva, sussurrava queste parole e il giornalista scriveva scioccato. Questo giornalista ha iniziato una campagna contro la guida in stato di ebbrezza. Se questo messaggio è arrivato fino a te e lo cancelli... potresti perdere  l'opportunità, anche se non bevi, di far capire a molte persone che la tua stessa vita è in pericolo. Questo piccolo gesto può fare la differenza.